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La Banca Centrale Europea, l‘Eurosistema e il Sistema Europeo di Banche Centrali


Con la terza fase dell’Unione economica e monetaria (iniziata il 1° gennaio 1999) le funzioni di politica monetaria sono passate dalle Banche centrali nazionali (BCN) alla Banca centrale europea (BCE) e al Sistema europeo di banche centrali (SEBC).
Il governo monetario dell’economia che siamo abituati a vedere storicamente nella sua espressione rigorosamente nazionale, viene trasformato in un sistema sovranazionale, sia per quanto riguarda le istituzioni responsabili sia per l’ambito di riferimento (12 Paesi aderenti alla Terza fase). In pratica, i paesi partecipanti all’area euro rinunciano alla loro sovranità monetaria nazionale e la trasferiscono a istituzioni sovranazionali.
Ciò è avvenuto prima con la fissazione dei tassi di cambio irrevocabilmente fissi fra monete nazionali e poi con l’adozione della moneta unica (euro). Parallelamente si predispone un sistema di coordinamento delle politiche di bilancio e di rafforzamento delle politiche regionali.
La Terza fase dell’Unione economica e monetaria ha rappresentato il completamento di un iter complesso, quasi decennale:
Nella 1a (1° luglio 1990-fine del ’93) -> i risultati perseguiti sono stati:  liberalizzazione del mercato dei capitali, allineamento dei cambi nella banda stretta del Sistema monetario europeo, divieto di finanziamento monetario del Tesoro e quindi rafforzamento dell’autonomia delle banche centrali e infine coordinamento delle politiche monetarie e valutarie
Nella 2a (1994-1998) -> sono stati predisposti e attuati programmi pluriennali di convergenza in materia di finanza pubblica e di stabilità dei prezzi ed è stato costruito l’Istituto monetario europeo, che rappresenta il soggetto che prepara la nascita della BCE. Il Trattato di Maastricht (febbraio 1992) rappresenta lo strumento attraverso cui sono state promosse le innovazioni istituzionali (nascita della BCE) e il coordinamento delle politiche economiche (criteri di convergenza per l’ammissione alla fase finale della moneta unica)
Dal punto di vista strutturale, le istituzioni europee sono organizzate in un sistema articolato in tre 3 diverse entità:
- la Banca Centrale Europea (BCE) rappresenta il vertice istituzionale ed operativo del sistema; gli organi decisionali della BCE governano il SEBC e l’Eurosistema
- il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) che è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che (in quella fase) facevano parte dell’Unione Europea
- l’ Eurosistema che è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno adottato la moneta unica. Di fatto la politica monetaria riguarda solo i Paesi dell’Eurosistema.
La distinzione tra Eurosistema e SEBC deriva dal fatto che la gestione della politica monetaria comune si applica ai paesi che hanno adottato la moneta unica. I paesi “fuori dall’euro” (“in deroga”) non hanno poteri in campo della politica monetaria unica; essi sono peraltro rappresentati in uno degli organi del sistema, il Consiglio generale.
Dal punto di vista funzionale, il SEBC è un organismo complesso disegnato sul modello di altre autorità monetarie federali (tra queste il Federal Riserve System negli stati Uniti e la Deutsche Bundesbank nel modello tedesco); la complessità deriva soprattutto dal fatto che devono convivere due esigenze contrapposte:
- l’accentramento decisionale, (ricercato attraverso l’unicità di direzione di cui sono espressione la BCE e il governo del SEBC da parte degli organi direttivi della BCE).
- il decentramento delle attività di analisi e delle operazioni di esecuzione della politica monetaria

Dal punto di vista organizzativo, il sistema opera sotto la guida di tre organi decisionali:
1. il Consiglio direttivo. E’ l’organo decisionale più importante. E’ composto dal Comitato esecutivo e dai Governatori delle BCN dei paesi partecipanti alla moneta unica. Le sue competenze riguardano le decisioni fondamentali della politica monetaria, in particolare la definizione degli indirizzi, le direttive per l’implementazione e la supervisione dell’attuazione della politica monetaria (che è in gran parte decentrata presso le BCN)
2. il Comitato esecutivo comprende il Presidente e il Vicepresidente della BCE e altri 4 membri. Tutti sono scelti dai governi dei paesi partecipanti “tra le persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario”. Il Comitato ha il compito di dare attuazione alle decisioni di indirizzo di politica monetaria formulati dal Consiglio: esso rappresenta l’organo di gestione ordinaria della BCE
3. il Consiglio generale. E’ composto dal Presidente e Vicepresidente della BCE e dai Governatori di tutte le BCN dei paesi dell’UE (anche di quelli non aderenti all’Euro). Non ha competenze di politica monetaria nell’area euro e la sua funzione è limitata al coordinamento tra autorità monetarie nazionali soprattutto verso i paesi “in deroga”. In quanto tale, non può essere considerato in senso stretto un organo decisionale.

I compiti istituzionali del SEBC sono stabiliti dal Trattato di Maastricht in 4 punti:
1) definire e attuare la politica monetaria della comunità
2) svolgere le operazioni sui cambi
3) detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta degli Stati membri
4) promuovere e regolare il funzionamento dei sistemi di pagamento
Il compito fondamentale della politica monetaria è combinato con altre competenze che, in qualche misura sono complementari allo svolgimento del primo. La politica dei cambi e la gestione delle riserve ufficiali sono rilevanti non solo sul piano tecnico ma anche rispetto all’obiettivo della stabilità dei prezzi.
Il funzionamento dei sistemi di pagamento rientra nei compiti storici delle banche centrali, nate come istituti di emissione e chiamate a sorvegliare la stabilità e l’efficienza dell’offerta di moneta. Nel caso specifico, compito del SEBC è stato quello di realizzare un “sistema transeuropeo automatizzato di regolamento lordo in tempo reale” (denominato Target), un sistema cioè che consente di gestire le posizioni di liquidità dei grandi operatori, con attività di arbitraggio su tutta l’area euro. La tendenza che ne deriva versi la creazione di un vero mercato monetario europeo con tassi di interesse uniformi, a sua volta, favorisce l’efficacia della condotta della politica monetaria.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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