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Carratteri di divismo nel cinema

Anche in questo caso troviamo una relazione tra il cinema burlesque e il divismo, che del resto non ha nulla di strano essendo stati i comici del muto i primi divi, anzi, strutture portanti dello star system. Per chiarire meglio, osserviamo che il paradosso dell'attore cinematografico consiste nel fatto che nel momento stesso in cui si esibisce deve fingere di non essere visto: di qui l'interdizione, come si dice in gergo, tipica del cinema classico, di guardare in macchina, di far ricorso cioè alla complicità del gioco degli sguardi che, se reciproco, interromperebbe la finzione instaurata dalla storia e rivelerebbe allo spettatore il suo ruolo di voyeur.
Tuttavia il cinema classico trasgrediva questa regola costantemente, introducendo momenti imperniati sul corpo della star; basti pensare ai film di Rita Hayworth. L'attrice sospende la regola del far finta di non sapere di essere guardata per consegnarsi all'esibizione, in un gioco di scambio e identificazione tra gli spettatori del film e quelli nel film.
Passaggi dall'uno all'altro piano li troviamo anche in Casablanca dove il personaggio Bogart da spessore al personaggio Rick, che analizzato secondo criteri narrativi e drammaturgici risulterebbe di una piattezza e di uno schematismo sconcertanti.
Per questi motivi il problema dell'attore cinematografico non può essere analizzato secondo i criteri utilizzati per il teatro o secondo criteri puramente narrativi. L'elemento mitico e decentrato rispetto al racconto è fondamentale nell'universo divistico.

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