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L'ordine del racconto di finzione

L'ordine del racconto di finzione




TEMPO

Per il fatto che il racconto presente sempre due tempi diversi, quello della storia e quello del racconto, è possibile rilevare tre tipi di relazioni reciproche:

ORDINE
Il confronto tra la successione degli avvenimenti nella storia e il loro ordine di apparizione nel racconto; l’ordine del racconto fattuale non sembra subire costrizioni. Il racconto di finzione può immergere direttamente il ricettore degli avvenimenti, cominciare una medias res, oppure scegliere di praticare dei ritorni all’indietro(analessi) o anticipare avvenimenti futuri(prolessi); è inoltre necessario che questi avvenimenti abbiano già avuto luogo, cosa impossibile in alcuni generi letterari(il diario) o mediatici(telegiornale, diretta). Barbara Smith ha obiettato che la comparazione tra ordine della storia e ordine del racconto è possibile solo se il critico dispone di una forma di informazioni indipendente sulla successione temporale degli avvenimenti riportati; questa comparazione ha senso solo in due casi: 1- quando si è di fronte a una storia che deriva da una versione precedente, 2- nel racconto storico. Così il racconto fattuale aumenterebbe la pertinenza del racconto di finzione, poiché grazie a esso il ricettore viene a disporre di una cronologia oggettiva. Genette respinge questa obiezione: la Smith dimentica che le anacronie del testo sono generalmente esplicite e che quando sono implicite il ricettore è generalmente in grado di operare deduzioni che rendono l’anacronia evidente. Una delle particolarità del fattuale è che esso parla di avvenimenti il cui ordine è verificabile nel mondo reale e sollecita una conoscenza di questo mondo; nella finzione le immagini conoscono solo ed esclusivamente la datazione assegnata loro dalla cronologia dei fatti inventati: nella finzione, la manomissione della cronologia è sia esplicita sia implicita, e in quest’ultimo caso essa è identificata grazie alla capacità dello spettatore di compiere inferenze riguardo al visivo o al sonoro. 


Tratto da RAPPORTO TRA REALTÀ E FINZIONE di Nicola Giuseppe Scelsi
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