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Prima campagna cartaginese in Sicilia (480)

Prima campagna cartaginese in Sicilia (480)

Nel 480, dopo tre anni di preparazione e quasi sicuramente di concerto con i persiani (che attaccarono Atene proprio nello stesso periodo), i Cartaginesi allestirono il più grande esercito della loro storia, arruolando truppe mercenarie africane ed iberiche ed alleandosi alle popolazioni sicule native. Il loro obiettivo era quello di cacciare una volta per tutte i greci dalla Sicilia (di cui essi occupavano la punta occidentale e che consideravano una loro isola); un’operazione che sarebbe passata alla storia come prima campagna siciliana (o prima guerra greco-punica).
La tradizione greca parla di un esercito di 300'000 uomini al comando del generale Amilcare Magone, ma tale stima è sicuramente esagerata: probabilmente l’esercito cartaginese era di circa 30'000 uomini, il che sarebbe stato comunque superiore a quello delle polis greche siciliane, stimato di 24'000 uomini e 2000 cavalieri. La consistenza della flotta invece sarebbe stata più o meno la stessa fra Cartaginesi e greci, attorno alle 200 navi a testa. A fronteggiare i Cartaginesi erano principalmente Siracusa ed Agrigento, le due polis più importanti della Sicilia e della Magna Grecia in generale; basti pensare che nel mondo greco la flotta siracusana era seconda solo a quella di Atene. A quel tempo inoltre, entrambe le città erano governate da tiranni, enambedue ottimi generali: Gelone a Siracusa e Terone ad Agrigento. 
La fortuna non arrise ai Cartaginesi sin dal principio: nella navigazione verso al Sicilia Amilcare perse tutta la cavalleria per le avverse condizioni del mare. Sbarcato a Palermo, portò l’esercito nei pressi di Imera, dove si svolse la prima ed ultima battaglia del conflitto. Le forze coalizzate greche riportarono infatti una vittoria schiacciante; lo stesso Amilcare morì in combattimento (o si suicidò poco dopo). I vincitori imposero ai vinti il pagamento delle spese di guerra e la clausola di abbandonare l'uso punico di sacrificare bambini agli déi. Cartagine risultò gravemente indebolita dalla sconfitta (distruzione della flotta e dell'esercito mercenario) e il vecchio governo, allora nelle mani della famiglia dei Magone, fu sostituito dalla Repubblica Cartaginese: un regime aristocratico che durò fino alla fine di Cartagine. Per i successivi settant'anni i Cartaginesi non inviarono ulteriori spedizioni militari in Sicilia.
Ma ciò che più contava era che i greci avevano vinto anche in Sicilia, dimostrando che il sistema delle polis poteva contrapporsi con successo sia ad un grande impero centralizzato come quello dei persiani, sia ad una talassocrazia ricca e potente come Cartagine. Per i greci il 480 fu un anno di gloria indimenticabile, durante il quale essi ebbero la meglio su entrambi i loro nemici, nonché le due più grandi potenze internazionali di quel momento. Per la civiltà Occidentale, infine, il 480 fu il primo inverno: le vittorie greche a Salamina, Platea e Micale, e quella a Imera, sancivano che l’inverno era superato e il pericolo di essere annientata era stato scampato. Il periodo che seguì fu infatti, come si vedrà nel prossimo capitolo, una vera primavera per la civiltà greca.

Tratto da STORIA DELLA GRECIA ANTICA di Lorenzo Possamai
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