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I criteri diagnostici del mutismo

I criteri diagnostici del mutismo

1) incapacità di parlare in specifiche situazioni sociali, nonostante parli in altre;
2) interferenza dell’anomalia nel rendimento scolastico o lavorativo o con la comunicazione sociale;
3) durata dell’anomalia di almeno 1 mese;
4) l’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conoscano gli interlocutori o non si è a proprio agio;
5) l’anomalia non è ricondotta ad un disturbo della comunicazione e non si manifesta come sintomo di uno sviluppo generalizzato dello sviluppo, di schizofrenia ecc.
Il mutismo è ricondotto alla relazione madre-bambino: è da qui che nasce il linguaggio; la madre vezzeggia, canta e il piccole le risponde; quindi per la formazione del linguaggio è indispensabile una relazione, uno scambio, ma se per varie ragioni, la madre non partecipa a questo scambio, il bambino cresce poco, diventa apatico, apprende lentamente, parla poco, risponde poco agli stimoli, ecc; e dunque questa mancanza di dialogo, scambio e relazione lo porterà verso il non parlare, e quando si troverà di fronte agli altri, ad es a scuola, non avendo appreso il meccanismo della relazione, non parlerà e si rifugerà nel mutismo elettivo.


Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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