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Ristrutturazione della famiglia


Le operazioni di ristrutturazione sono gli interventi terapeutici fatti per affrontare e per sfidare la famiglia, nel tentativo di imporre  un cambiamento terapeutico. Si distinguono dalle operazioni associative per la sfida che pongono. Le operazioni di associazione non sfidano: diminuiscono la distanza tra la famiglia e il terapista, aiutandolo ad amalgamarsi con essa. Tuttavia, sia le operazioni di ristrutturazione che quelle associative sono interdipendenti: la terapia non si può fare senza associazione e non avrebbe successo senza ristrutturazione.    
L’associazione viene usata per ristrutturare, senza che vi sia un confronto diretto con la famiglia. Servendosi di operazioni di associazione per ristrutturare, il terapista usa i movimenti stessi della famiglia, allo scopo di spingerla nella direzione degli obiettivi terapeutici. Nelle operazioni associative il terapista diventa un attore del dramma familiare, in quelle ristrutturanti opera come regista oltre che come attore.    
Le operazioni ristrutturanti sono i pilastri della terapia, il loro successo dipende però, dall’unità terapeutica che si è saldamente instaurata. Quando questa è solidamente formata, le operazioni di ristrutturazione debbono essere pianificate per consentire periodi di consolidamento e di ridistribuzione dei gruppi, man mano che la famiglia cambia.     
Quando il terapista si associa alla famiglia deve svolgere principalmente due compiti: deve accomodarsi alla famiglia, ma deve nel contempo mantenersi su una posizione di guida, non deve lasciarsi risucchiare nel sistema familiare.    
Se un terapista cede alle pressioni della famiglia ad associarsi a essa in modi che integrano e perpetuano  l’organizzazione familiare, può perdere la sua libertà di azione. Diventa incapace di imporre i suoi interventi ristrutturanti.    
Il terapista può mantenere le sue capacità di manovra e la sua libertà di manipolare tanto sé stesso quanto la famiglia, solo se opererà come guida. Compito del terapista è manipolare il sistema familiare in vista del cambiamento pianificato. Il contratto terapeutico deve riconoscere la posizione del terapista come esperto di manipolazione sociale sperimentale.    
Ci sono perlomeno 7 categorie di operazioni ristrutturanti: far agire i modelli transazionali della famiglia, demarcare confini, accrescere tensioni, assegnare compiti, utilizzare sintomi, manipolare umori, sostenere, educare o guidare…

Tratto da FAMIGLIE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA di Antonino Cascione
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