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CBT - trattamento cognitivo-comportamentale- per l’insonnia concomitante a condizioni mediche


Alcune malattie a forte impatto fisico ed emotivo (cancro, HIV, dolore cronico) determinano spesso problemi di sonno e, per alcune di esse, sono stati sviluppati con successo protocolli CBT per la cura dell’insonnia.
La maggior parte dei pazienti con neoplasia riferisce che le difficoltà di sonno cominciano intorno al periodo della diagnosi e persistono per diversi anni dopo la fine del trattamento della malattia. Gli studi sottolineano l’importanza di intervenire non solo sul disturbo del sonno, ma anche su altri problemi quali: la fatica, le reazioni psicologiche della malattia, le alterazioni del sonno causate dal dolore e dai trattamenti farmacologici per il cancro. Le strategie dei pazienti per affrontare la stanchezza e la fatica associate a patologie tumorali sono tese a ridurre i livelli di attività e ad estendere le occasioni di riposo a letto. Questi comportamenti possono indebolire la pressione omeostatica per il sonno e interferire con i processi di controllo dello stimolo che conducono a un buon addormentamento, dando luogo ad associazioni condizionate foriere di insonnia. E’ necessario dislocare i sonnellini diurni in orari appropriati individuando i momenti della giornata in cui svolgere attività o esercizi fisici e contrastando anche farmacologicamente la fatica. Circa la metà di pazienti con cancro soffre di ansia e depressione clinicamente rilevanti.
I problemi di frammentazione e qualità del sonno riguardano tra il 33 e il 100% degli individui sieropositivi asintomatici. La fatica è dovuta sia alle risposte immunitarie al virus sia alla cattiva qualità del sonno. Le strategie adottate (abuso di caffeina, sonnellini diurni e estensione del tempo dedicato al sonno notturno) contribuiscono a cronicizzare il disturbo di insonnia. Il CBT interverrà a contrastare queste abitudini, in primo luogo la riduzione della caffeina.
Il dolore cronico causa problemi di sonno nel 50-88% dei pazienti; l’entità del disturbo del sonno correla direttamente con l’intensità autoriferita del dolore, con una relazione reciproca.
L’intervento sarà focalizzato a migliorare la continuità del sonno e l’efficacia generale della gestione del dolore cronico. Data la possibilità che la perdita del sonno aumenti la sensibilità al dolore, è possibile modificare la tecnica della restrizione del sonno, con la compressione del sonno: anziché decurtare drasticamente la finestra di sonno sin dall’inizio della terapia, si riduce gradualmente il tempo dedicato al sonno in un periodo di 5 settimane, minimizzando la perdita del sonno pur perseguendo l’obiettivo di consolidare il sonno notturno.

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