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RISPOSTA DI WEBER ALLE CRITICHE


Weber risponde a queste critiche, negando anzitutto che lo studio dei fenomeni sociali si differenzi da quello dei fenomeni naturali: per lui, lo studioso della società, cosi come quello della natura, opera con generalizzazioni e astrazioni, perché ciò è indispensabile a qualsiasi conoscenza. E lo storico che pretende di descrivere una determinata realtà empirica usa inevitabilmente degli schemi teorici di spiegazione, anche se spesso discutibili perché poco rigorosi, come nel caso dello storicismo economico.
Vi è però una specificità delle scienze sociali che Weber riconosce: esse hanno l'obiettivo di spiegare scientificamente i fenomeni sociali nella loro individualità storica, facendo riferimento:
1) alle motivazioni dei soggetti agenti: perché una caratteristica distintiva cruciale rispetto ai fenomeni naturali è appunto quella che gli uomini agiscono in base a motivazioni mutevoli, che vanno ricostruite se si vuole comprenderne l'azione. Weber ritiene che ogni conoscenza comporti sempre un punto di vista che permette di selezionare i fenomeni e di metterli in rapporto fra loro. Non esiste una realtà oggettiva che la conoscenza si limita a rispecchiare. Il punto di vista dello studioso riflette inevitabilmente i suoi valori. In questo senso W si richiama la concetto di Rickert di "relazione ai valori", che orienta lo studioso nel formulare ipotesi di spiegazione delle motivazione degli attori e delle conseguenze che ne discendono.
La validità di queste ipotesi deve però essere verificata dalla ricerca: perché punti di vista diversi possono portare a spiegazioni diverse, ma è la verifica empirica che stabilisce il grado di attendibilità della spiegazione e contribuisce così a riorientare le ipotesi dello studioso.
2) alle uniformità di comportamento che nascono da motivazioni simili: per arrivare alla spiegazioni causale di un fenomeno storico occorre imputare tale fenomeno a determinate cause concrete, attraverso la conoscenza delle regolarità delle connessioni causali.
La sociologia per Weber, studia le uniformità di comportamento, le loro origini e le loro conseguenze. Essa studia i tipi di agire sociale, analizza regolarità di comportamento socialmente determinate, prodotte cioè dal fatto che l'azione individuale tiene conto del comportamento degli altri individui con cui interagisce e delle loro reazioni. La sociologia comprendente mira a ricostruire le motivazioni che spingono gli attori a comportarsi in un certo modo sulla base di aspettative condivise relative al comportamento altrui. Essa si propone di intendere, in virtù di un procedimento interpretativo, l'agire sociale e di spiegarlo.
L'agire si concretizza in relazioni sociali che possono essere fondate su uniformità di fatto, come nel caso di usi (es moda), o di costumi (consuetudini di lunga durata) o ancora di usi condizionati da una situazione di interessi, cioè di azioni motivate dal perseguimento razionale del proprio interesse (rapporti di mercato).
Le relazioni sociali sono più prevedibili quando riguardano uniformità di comportamento che si basano su convenzioni, la cui osservanza comporta forme di disapprovazione sociale (rapporti familiari), o su ordinamenti giuridici, dotati di sanzioni coercitive nei riguardi di azioni non conformi (leggi dello stato).

Tratto da SOCIOLOGIA ECONOMICA di Antonio Amato
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