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L’originalità della fotografia


In rapporto alla pittura l’immagine fotografica ci da modo di godere dell’assenza dell’uomo. La personalità del fotografo entra in campo solo per quanto riguarda la scelta dell’inquadratura limitando di gran lunga la soggettività dell’artista. L’oggettività essenziale dell’occhio fotografico, l’obiettivo, ci rende ineluttabilmente la realtà fenomenica del modello in quanto tale, sconvolgendo radicalmente la psicologia dell’immagine. La qualità precipua dell’immagine fotografica è il potere di credibilità assente in qualsiasi opera pittorica: la fotografia beneficia di un transfert di realtà dalla cosa alla sua riproduzione, e siamo obbligati a credere all’esistenza dell’oggetto rappresentato. L’aspetto più affascinante della questione è ancora una volta di natura psicologica: l’oggetto fotografato infatti, perduto pressoché ogni grado di approssimazione, viene liberato dalle contingenze temporali. La virtù più grande dell’obiettivo è l’impassiblità propria della riproduzione meccanica che non anela alla creazione di un tempo eterno bensì ne imbalsama le coordinate, sottraendone l’oggetto alla sua corruzione.

Tratto da ONTOLOGIA DELL'IMMAGINE FOTOGRAFICA di Nando Dessena
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