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Il sacco di pelle nei racconti delle fate

Il sacco di pelle nei racconti delle fate     

il viaggio dell’eroe verso il regno lontano è sorto dalla rappresentazione del traghetto del morto nel regno dell’aldilà.
Nella fiaba è diffusa la seguente forma di traghetto => l’eroe non si trasforma in un animale ma si cuce nella sua pelle poi l’uccello lo afferra e lo porta via. Il vecchio animale usato anticamente per il traghetto, l’uccello, funge da trasportatore. Questa congettura è confermata dai materiali, il rivestire la pelle di un animale si incontra nei riti dell’iniziazione e simboleggia l’identità con l’animale => gli iniziandi danzavano, rivestiti di pelli di buoi, di orsi, di bufali imitando le loro mosse e rappresentando un animale totemico.
La stessa rappresentazione si trova anche nei riti sepolcrali e nei miti dei popoli cacciatori -> il defunto veniva avvolto nella pelle di animale che gli faceva da totem.  Nei miti il rivestire la pelle e introdursi in essa è una forma di identità.
In alcune culture in Africa quando muore qualcuno che possiede bestiame si uccide una delle sue bestie e si ricopre il cadavere con la pelle. I popoli che praticavano questa usanza vivono dell’allevamento del bestiame. Prima di bruciare il defunto lo si rivestiva o ricopriva con le parti corrispondenti del corpo di una vacca oppure insieme al cadavere si bruciava un caprone. Questo rito o costume esiste anche presso le civiltà agricole dell’antichità ma in forma di relitto.
In Egitto i cadaveri si seppellivano  avvolti in pelle, è un primo tentativo si mummificazione; più tardi quando la mummificazione era già progredita l’usanza di avvolgere il morto in una pelle assunse un’altra forma con il senso d’identità. Qui l’animale diviene dio e si pensava che cucendo  il morto in una pelle lo si immedesimava con l’animale e lo si confermava l’immortalità. Gli egizi non immaginavano il viaggio del defunto sotto forma di volo ma come tragitto in una barca.
La rappresentazione dell’animale-uomo venne sostituita da quella di uomo + animale in qualità di cibo.
La fonte del motivo dell’eroe che entra nel cadavere di un animale va ricercata nei riti funebri che un tempo avevano rispecchiato la rappresentazione  dell’identità con l’animale dopo la morte ed erano passati attraverso lo stadio dell’allevamento del bestiame.

Tratto da LE RADICI STORICHE DEI RACCONTI DI FATE di Selma Aslaoui
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