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I congressi del 1969

I congressi dei sindacati del 1969


Una spinta decisiva alla restaurazione della rappresentatività del sindacato, venne dalla sua capacità di recuperare consenso all'interno della fabbrica. Questo processo raggiunse il suo apice con il riconoscimento del Consiglio di fabbrica come organo rappresentativo di tutte le maestranze nel quale confluissero sia i delegati non sindacalizzati sia quelli iscritti al sindacato, con la liquidazione delle SSA.
I congressi confederali del '69 rappresentarono un passaggio decisivo verso questo recupero di legittimazione che venne dal collegamento fra sindacato come soggetto politico forte sul piano nazionale e l'alta e unitaria capacità rivendicativa alla base.

I congressi della CISL e della UIL, furono preceduti dai congressi della FIM, delle ACLI e della UILM, dai quali emerse l'indirizzo comune che rispecchiava gli umori di una base che nutriva spiriti di forte contestazione verso i partiti, di ogni orientamento e ispirazione ideologica, e che prendeva le distanze da un sindacato che percepiva vincolato al sistema dei partiti.
La battaglia nei congressi confederali si annunciava aspra. Nel congresso della CISL, la questione politica ruotò tutta intorno al tema delle incompatibilità, mentre nel congresso della UIL la questione fu aggravata dalla scissione socialista e da una nuova convergenza fra socialdemocratici e repubblicani che si muoveva in una logica di partito e che ebbe conseguenze nella vicenda dell'unità sindacale.

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