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I grandi protagonisti della commedia all'italiana


Oltre Totò troviamo i grandi anziani della commedia, come De Filippo, Aldo Fabrizi, Vittorio de Sica, ma anche le nuove leve, come Walter Chiari, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Gina Lollobrigida e Sofia Loren. Sono attori che finiranno ben presto per immedesimarsi perfettamente nella parte loro assegnatagli, diventando veri e propri “caratteri” e ridisegnando, tramite la caricatura, rapporti di classe e comportamenti sociali.
Prendiamo Alberto Sordi, il piccolo borghese romano, piagnucoloso e ipocrita, vile e fanfarone, che interpreta film molto diversi da loro, ma che sono ai vertici del cinema italiano: Lo sceicco bianco (1952) e I vitelloni (1953) di Fellini, Un americano a Roma (1954) di Steno, Il marito (1958) di Loy e Puccini, La grande guerra (1959) di Monicelli.
E poi Gassman il mattatore, Manfredi il povero buffone, De Sica l’uomo démodé. Tutti dimostrano come la commedia all’italiana basi il suo strepitoso successo sulla presenza di attori ai quali permette di esibire il loro grandissimo talento.
Il grande successo della commedia porterà l’industria cinematografica a sfruttare a fondo il filone, dando vita a stereotipi macchiettistici che finiranno per impoverire il fenomeno.
In questo filone si inserisce, in parte, la fortunata serie di Don Camillo, con Fernandel e Gino Cervi, che offriva una versione sorridente e rassicurante dell’aspro scontro tra comunisti e democristiani, qui diluito nelle semi serie schermaglie del sindaco Peppone e del parroco Don Camillo.
Un’altra serie incontra all’epoca grande successo: Pane, amore e fantasia con De Sica e Gina Lollobrigida.
Seguiranno Lo scapolo (1956) di Antonio Pietrangeli e Il bigamo (1958) di Luciano Emmer, che inaugurano una serie di film che si svilupperanno poi negli anni ’60, incentrati sui comportamenti sessuali, in un’Italia asfissiata dal clericalismo. Ciò spiega come la commedia all’italiana consenta agli autori di affrontare temi che sarebbero altrimenti banditi dalla censura. La commedia all’italiana avrà importanti risultati fino agli anni ’70; poi, subirà un lento calo.

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