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Informazioni varie sulla dinastia Yuan

Informazioni varie sulla dinastia Yuan

I mongoli non furono particolarmente amati dai cinesi, ma nemmeno odiati. La società rispose perlopiù con noncuranza -o sdegnosa chiusura in se stessi- all’arrivo dei nuovi dominatori barbari. I mongoli invece, dal canto loro, pur rimanendo sempre orgogliosi delle proprie origini, subirono profondamente l’influsso della civiltà cinese. 
Quanto detto è deducibile anche dal sistema con cui essi organizzarono lo stato. Esso cercava il più possibile di ricalcare le istituzioni Song; solo la volontà di mantenere, in tutte le posizioni chiave, personale di origine non cinese, si riflesse nell’organizzazione dello stato rendendola diversa dalla precedente. Interessante è a tal fine osservare come gli Yuan suddivisero la popolazione: al primo posto vi erano i mongoli stessi, che costituivano la classe dirigente privilegia e che erano divisi fra coloro che si dedicavano alla carriera militare e quelli che sceglievano la strada dell’amministrazione civile (nel tentativo di separare le due sfere essi seguirono il solco già tracciato dai Song). Al secondo posto venivano tutti i non cinesi, cittadini provenienti dai più svariati angoli del grande Impero mongolo: Siriani, persiani, tibetani, russi, uiguri ed anche europei (Marco Polo ad esempio apparteneva a questa classe). Essi svolgevano compiti sussidiari nell’amministrazione civile e militare dell’Impero, ma la loro attività principale era comunque il commercio privato. Grazie ai privilegi fiscali di cui godevano essi assunsero una posizione di rilievo, che li rese invisi ai mercanti e ai commercianti cinesi. Al terzo posto veniva la classe degli hanren, che comprendeva tutti gli abitanti della Cina settentrionale, esclusi ovviamente i membri delle due categorie precedenti. Ne facevano quindi parte anche i barbari sinizzati (qidan, nuzhen, coreani..). Infine venivano tutti gli abitanti dell’ultimo regno conquistato, l’ex Impero Song, ossia tutti i cinesi del sud. Essi furono trattati civilmente dai mongoli, ma subirono una serie di discriminazioni non da poco. Economicamente era sulle loro spalle che poggiava il sistema finanziario dell’Impero (anche perché il Nord era ormai spopolato e povero). A livello politico furono discriminati nell’accesso alle cariche pubbliche: non solo nessuna delle posizioni importanti fu più ricopribile da un cinese, ma anche nelle faccende di bassa burocrazia essi furono ostacolati (cosa che toccò anche al ceto della gentry). Infine esistevano a loro svantaggio una serie di norme giuridiche: ad esempio l’assassinio di un mongolo da parte di un cinese, comportava il pagamento di un risarcimento e la pena capitale per l’uccisore, mentre l’opposto comportava solo l’ammenda se al mongolo assassino venivano riconosciute delle attenuanti.

IL COMMERCIO

Una categoria cinese che invece trasse beneficio dal dominio mongolo fu quella dei mercanti, che videro cadere l’istituzione dei monopoli fiscali e poterono beneficiare della riunificazione con la Cina settentrionale e della perfetta gestione da parte dei Yuan della rete viaria. I mongoli infatti spesero grandi energie nel mantenimento in perfetto stato dei sistemi infrastrutturali e perfezionarono il sistema cinese delle stazioni postali di collegamento, con l’introduzione dei cavalli di ricambio. 

In effetti sotto il dominio mongolo i commerci aumentarono notevolmente il loro volume. Ciò era dovuto a vari fattori: in primo luogo l’estensione stessa dell’Impero, che non  solo controllava le vie commerciali nello Xinjiang, ma si estendeva senza soluzioni di continuità fino al medio oriente e al ricco mondo arabo. In epoca Yuan la Cina venne a trovarsi al cento dei traffici mondiali: dal mondo arabo e dall’Europa (dove in questo periodo stavano fiorendo le repubbliche marinare), al sud-est asiatico e l’India. Tuttavia, dato che, come si è già accennato, i traffici internazionali erano perlopiù controllati dai grandi mercanti stranieri, l’espansione dei commerci non si tradusse in un aumento del consenso verso al dinastia Yuan. 

IL COSMOPOLITISMO

Un’altra conseguenza dell’estensione gigantesca dell’Impero -che ebbe riflessi non solo sulla civiltà cinese ma anche sul resto del mondo- fu lo stabilirsi di contatti stabili fra Cina, Europa e mondo arabo. L’estendersi del dominio mongolo dalla Persia alla Cina permetteva di attraversare le selvagge steppe dell’Asia centrale con maggiore sicurezza, velocità e precisione. È infatti proprio in questo periodo che giunsero in Europa alcune invenzioni cinesi, come la carriola, la polvere da sparo, la carta e alcune conoscenza ingegneristiche e metallurgiche. E se l’Europa aveva ancora poco da offrire in campo tecnologico alla Cina, non lo stesso si poteva dire per il mondo arabo, dal quale i cinesi appresero conoscenze astronomiche e matematiche, mediche e farmacologiche.
Allo stesso modo, anche le religioni (cristianesimo nestoriano, islam e buddismo lamaista), prima diffuse solo molto molto marginalmente nei territori cinesi, conobbero un notevole aumento di seguaci, insignificante in percentuale alla popolazione, ma significativo in termini assoluti. Sono di questo periodo le prime ambascerie e l’arrivo dei primi missionari cattolici. Non si deve però sopravvalutare quest’ultimo fenomeno: l’arrivo di genti dall’Europa, come Marco Polo o missionari, rimase un fatto molto raro, ma non più rarissimo. Ne è conferma che in questo periodo nulla ancora si sapeva in Cina di chi fosse il papa o della geografia europea. 

Tratto da STORIA DELLA CINA di Lorenzo Possamai
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