Aspetti metodologici e clinici del percorso di cura della schizofrenia

Ogni organizzazione di significato presenta una specifica vulnerabilità nelle varie fasi del ciclo di vita. Benché ogni organizzazione possa presentare modalità psicotiche, nella nostra esperienza la maggioranza di osservazioni cliniche riguarda l’organizzazione di significato DAP.
Un elemento importante è la costruzione di un setting terapeutico come “base sicura”, intesa secondo i criteri enunciati da Bowlby, con particolare attenzione al tema di significato personale, alle perturbazioni in atto in quella specifica fase del ciclo di vita ed alle variazioni nelle relazioni affettive significative del paziente.
Nelle situazioni psicotiche la costruzione della base sicura deve assumere caratteristiche di maggiore concretezza rispetto al setting classico della terapia duale. L’approccio psicoterapico si basa sull’assunto che soltanto ricostruendo i processi di elaborazione della conoscenza sia possibile individuare le regole sintattiche che sottendono l’organizzazione di personalità e che rendono manifesta la continuità tra personalità in fase pre-psicotica e postpsicotica.
Normalità, nevrosi e psicosi sarebbero quindi linguaggi diversi, espressioni di significati personali elaborati secondo i livelli e le capacità di astrazione ed integrazione.
Con il paziente psicotico dovremmo imparare a lavorare sull’esperienza più concreta ed immediata che egli ha a disposizione, cioè sulla relazione in corso con il terapeuta.
Il processo psicoterapico sembra realizzarsi attraverso lo sviluppo di abilità narrative condivise da psicotici-nevrotici e normali; il rapporto psicoterapia-psicosi/nevrosi più che la dicotomia impossibilità-possibilità appare caratterizzato dalla non-prevedibilità e dalla unicità che caratterizza quel paziente, quel terapeuta e quella relazione.