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La Francia della Nouvelle Vague


Gli anni ’60. La generazione ribelle. La nouvelle vague. La nuova era del cinema
In Francia nasce la nouvelle vague. Il termine nasce in un contesto estraneo al cinema, riferendosi all’inizio ad una inchiesta condotta da L’Express del 3 novembre 1957 sulla gioventù francese. Era un’etichetta di rinnovamento non veramente nuova dato che era già comparsa in letteratura, ma l’Express la descrive comunque come un avvenimento inedito, l’irruzione di una nuova classe sociale il cui primo discrimine è l’età. Per la prima volta nella storia, la giovinezza si presenta come una realtà semanticamente autonoma, portatrice di valori ben definiti, di una propria cultura, di particolari rituali, di un suo modo di consumare. Agli occhi della società francese, la giovinezza si afferma come una vera e propria identità.
Nel febbraio del 1958, la rivista “Cinema 58” stila una lista per individuare i più rappresentativi registi di questa nuova corrente. Vi troviamo, sotto i quarant’anni, personaggi come Bernard Borderie, Maurice Regamay, Henry Verneuil, che avevano già film all’attivo; ma anche autori di semplici cortometraggi, come Alain Resnais; e addirittura i ragazzi dei Cahiers, come Rivette, Chabrol e Truffaut, di cui ancora non si era visto nulla.  
Questo preambolo può far sembrare la nouvelle vague solo una espressione alla moda di un qualcosa di magmatico e confuso, ma non è così.
Il movimento riflette in realtà una condizione dello spirito che è propria di questi giovani artisti ribelli, che si proponevano fortemente di demolire i valori consolidati della società borghese così come l’allora cinema di tradizione la rappresentava.
Il serbatoio delle loro idee è il Cahiers du Cinema, oggi la più importante rivista di cinema francese, se non mondiale. Fu fondata nell'aprile 1951 da André Bazin e Jacques Doniol-Valcroze, raccogliendo l'eredità della Revue du cinéma e raccogliendo i membri di due circoli cinematografici parigini: Objectif 49 (Bresson, Cocteau and Alexandre Astruc, etc.) e il Ciné-Club du Quartier Latin. Tra i collaboratori figuravano Eric Rohmer, Jacques Rivette, Jean-Luc Godard, Claude Chabrol e François Truffaut.
Gli articoli dei Cahiers reinventarono le basi della critica cinematografica. L'elaborazione della politica degli autori riconobbe per la prima volta il valore dei film hollywoodiani di Alfred Hitchcock, Howard Hawks, Robert Aldrich, Nicholas Ray, Fritz Lang, e Anthony Mann, ma soprattutto di registi come Jean Renoir, Roberto Rossellini, Kenji Mizoguchi, Max Ophüls e Jean Cocteau, in polemica con il cinema francese del periodo. L'articolo di Truffaut Su una certa tendenza del cinema francese (1954) è considerato il manifesto del movimento cinematografico originato dagli ex-redattori dei Cahiers passati alla regia.

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