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La fase di diffusione del film


Quando il film è finito deve essere distribuito: il produttore cede temporaneamente i diritti di diffusione del film al distributore perché lo diffonda su tutto il territorio nazionale, trattenendo co-me commissione circa il 30% dell’incasso. Spesso distributore contribuisce a finanziare il film, con un anticipo al produttore in cambio dei diritti di distribuzione ma anche come vero co-produttore.

Oggi in Italia le società di distribuzioni sono per lo più prolungamenti delle società Usa (Columbia-Sony, Warner), cui si aggiungono alcune mini-majors nazionali (Medusa e Cecchi Gori) e un buon numero di indipendenti (Mikado, Lucky Red). Come ricorda Maggioni, ogni film deve trovare i canali distributivi adeguati: un film commerciale, per il grande pubblico, avrà già in partenza un distributore e un partner televisivo. Per un film indipendente realizzato in economia, più di una mini-major, “diventa quindi decisivo trovare un distributore adeguato che lo valorizzi.

Giunto al termine del ciclo, il prodotto cinematografico deve incontrare il pubblico. Accanto alla programmazione al cinema, altre forme di mercato sono l’home video e la televisione.

Fondamentali per la sorte commerciale del film, infine, sono anche le strategie di promozione. I mezzi tradizionali sono i trailer, i flani sui giornali e i cartelloni. L’ufficio stampa si occupa delle relazioni con i giornalisti televisivi e della carta stampata. Con le strategie della promozione, l’avventura del film è davvero finita. Da questo momento la pellicola smette di appartenere a chi l’ha realizzata e diventa di coloro che la vedranno. Questa seconda vita è la vera vita del film.

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