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Industria chimica e elettrica in Italia negli anni 20. Edison


Chimico
In Italia nasce il settore chimico con la guerra per gli esplosivi con nitroglicerina. Prima non c'era perché necessitava di grandi imprese. In Europa inoltre c'era il monopolio della Germania (alleato anche economico) che non voleva che si sviluppasse altrove. La riconversione si indirizzerà verso i medicinali. In Germania invece è accaduto il contrario con la Bayer: dall'aspirina ad esplosivi/gas..
In Italia l'impresa chimica è la Montecatini che ingloba due società di concimi negli anni 20. Nel ventennio fascista sarà monopolista.

Elettricità
Il comparto elettrico è il meno favorito (comunque indirettamente) dalla guerra: cresce perché crescono le industrie che consumano energia.
In quegli anni c'è la Edison.
Finanza: contrasti per l'egemonia e ricomposizione dei fronti
All'origine della nascita dei grandi gruppi industriali c'è la 1° guerra mondiale.
Lo Stato sostituisce lo sviluppo industriale con le commesse belliche. Lo Stato intervenne decisamente anche a guerra conclusa ma con esito negativo e riflessi successivi. Perché l'Italia che era diventata un paese forte e saldo incontrò una profonda crisi dopo la 1° guerra mondiale, e che aprì le porte al fascismo?
Uno dei motivi fu nella difficoltà dello Stato si gestire le riconversioni e l'economia nel momento in cui la contropartita non è più il piccolo imprenditore ma la grande industria, con i suoi intrecci finanziari, il tutto a volte in contrasto con gli interessi del paese.
Alla fine della 1° guerra lo Stato cercò di farsi assegnare delle aree che avessero materie prime (trattati di Varsavia). Algeria, Grecia, Urss, Austria, Jugoslavia, ma non vennero assegnate. Si trattò di una vittoria mutilata perché si ottenne solo Trento e Trieste.
Già nel 1918 si costituì il Comitato per la sistemazione delle industrie di guerra. Pagò i debiti dello Stato verso le industrie con carta moneta. C'è chi sostiene che fu un'operazione inutile, le salva adesso ma apre alla crisi comunque.
Si introdusse un dazio doganale con effetti positivi per l'economia ma che causò degli scontri diplomatici.

Fu vanificata la conquista economica dell'Italia e se ne avvantaggiarono gli industriali, tra i primi ad appoggiare il fascismo.

L'impegno dello Stato continua anche se a volte non ha effetti. A differenza degli altri paesi l'Italia ha il problema del divario tra nord e sud. Durante l'età giolittiana (inizio 1900) furono varate molte leggi e molte risorse furono dirottate. Con la guerra però queste risorse servivano quindi non si finanziò più il sud. La 1° guerra completa lo sviluppo industriale del nord ma accentua il divario.
Il sud pagò più del nord in vite perché a combattere andarono i contadini del centro-sud mentre quelli del nord divennero operai. E chi tornò non trovò la riforma agraria.

Tratto da STORIA ECONOMICA CONTEMPORANEA di Barbara Pavoni
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