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Emozioni a valenza positiva in adolescenza


Nell’ambito della teoria delle emozioni, quelle a valenza positiva hanno sempre rappresentato, in modo più o meno esplicito, un problema.
Se infatti da un punto di vista evoluzionistico la funzione delle emozioni negative risulta evidente, non altrettanto si può dire per quelle positive.
Le emozioni positive hanno un ruolo compensativo rispetto allo stato di attivazione neurofisiologica indotto da quelle negative: mentre queste ultime si caratterizzano per un incremento dell’attività cardiovascolare (aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e del tono vascolare periferico), quelle a valenza positiva si contraddistinguono per l’affievolirsi di tali reazioni, assolvendo una funzione di recupero per il soggetto. La capacità di creare e coltivare esperienze positive con- sentirebbe pertanto di affrontare al meglio le esperienze negative future.
La possibilità di sperimentare emozioni di felicità, gioia, contentezza costituisce un aspetto importante nella realizzazione del benessere psicologico che concorre alla percezione della propria vita come più o meno soddisfacente.
Per molto tempo lo studio della felicità è coinciso con quello delle determinanti del benessere psicologico e si è prodotta una vistosa confusione terminologica tale per cui “buona salute”, “benessere”, “soddisfazione”, “qualità della vita” e “felicità” sono stati spesso usati come sinonimi.
Si tratta di una confusione in parte giustificabile dal momento che la ricerca scientifica ha dimostrato che gli stati emotivi a valenza positiva contribuiscono a mantenere la salute fisica e mentale dell’individuo e spesso il contenuto mentale è accessibile in virtù della tonalità affettiva positiva che possiede.
Il benessere racchiude una vasta categoria di fenomeni fra cui le risposte emotive delle persone (affetti positivi e negativi) e le aree dell’appagamento e del giudizio circa la soddisfazione nella vita. La definizione di benessere psicologico comprende, in sostanza una componente affettiva e una cognitiva.
Infine, la recente nascita di una corrente di pensiero nota come “psicologia positiva ha concorso a dirigere l’attenzione dei ricercatori sugli aspetti di normalità e tipicità nel funzionamento dei processi psicologici, spesso tralasciati a favore di una curiosità per ciò che è devianza, mancanza, errore, atipicità. Tale prospettiva tende a porre in primo piano l’esperienza soggettiva, “interna” del benessere, interessandosi principalmente a come le persone nelle diverse realtà culturali giudicano la propria vita, al di là della prosperità economica.
Le emozioni connesse a esperienze piacevoli sono soprattutto felicità, gioia, soddisfazione, orgoglio, contentezza, estasi, vale a dire quelle che si ritrovano nelle più note classificazioni prodotte su base empirica.
Scarsi risultano, a tutt’oggi, gli studi che hanno indicato questi aspetti in relazione all’adolescenza e, soprattutto, utilizzando approcci metodologici che mettano in primo piano il significato soggettivo di benessere in relazione all’esperienza emotiva che lo caratterizza.

Tratto da ADOLESCENZA E COMPITI DI SVILUPPO di Anna Bosetti
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