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Capitale culturale e capitale economico


È possibile dividere ogni campo (consumi alimentari, arte, ecc.) secondo due assi che identificano le quattro possibili combinazioni di capitale culturale e capitale economico: il primo asse presenta, a un polo, la combinazione capitale culturale alto/capitale economico alto e, al polo opposto, capitale culturale basso/capitale economico basso. Il secondo asse presenta all'estremo sinistro la combinazione culturale capitale culturale alto/capitale economico basso e quello destro, capitale culturale basso/capitale economico alto. All'interno di queste aree si dispongono i diversi tipi di consumo.
Ne risulta un sistema strutturale di opposizione, che evidenzia l'esistenza di un'articolazione in sottosistemi, ognuno dei quali presenta delle proprietà comuni.
Esiste dunque una logica che struttura i diversi ambiti della pratica culturale, che si trasferisce da un campo sociale all'altro e genera configurazioni sistematiche di proprietà che rendono visibili le differenze oggettive nelle condizioni di classe. Bourdieu chiama "HABITUS" questo principio generatore di pratiche e allo stesso tempo “sistema di classificazione” di queste pratiche.
Il prodotto della struttura di classe è il principio autonomo di organizzazione delle pratiche e della loro percezione. Il concetto di Habitus deriva dalla fenomenologia, e viene inteso da Bourdieu come un sistema di disposizioni durevoli e trasferibili, ossia come inclinazioni a percepire, pensare e fare in una certa maniera, che sono state interiorizzate in modo non cosciente da ciascun individuo, per il fatto di collocarsi all'interno di condizioni oggettive. Con la nozione di habitus, “nozione mediatrice tra struttura oggettiva e soggettiva”, Bourdieu vuole evitare la critica di meccanicismo deterministico che era stata rivolta a Marx, affermando che l’habitus è sia il prodotto della struttura di classe (è cioè una struttura strutturata), sia un principio autonomo di organizzazione delle pratiche e della loro percezione (cioè una struttura strutturante). L’habitus, infine, unifica l’insieme delle scelte e delle preferenze di consumo che si manifestano in diversi ambiti, in quello che viene chiamato stile di vita. Quello di habitus è quindi un concetto strettamente legato alla cultura di classe, in quanto vi rientrano tutte le cose condivise in una certa classe, come comportamenti, gusti, idee e giudizi. Gli studi di Bourdieu sono molto importanti in quanto hanno fatto progredire l'analisi della distribuzione di classe della cultura della società, dove si era affermata a un'industria culturale, introducendo i concetti di stili di vita e di capitale culturale. Proprio per questo i suoi scritti, a partire dagli anni '80, hanno influenzato molteplici studi come i Cultural Studies. Numerose ricerche hanno infatti analizzato il rapporto tra gusti e stratificazione sociale mettendo in luce la relazione tra frequentazione delle manifestazioni artistiche e stratificazione sociale. Per es, i gusti musicali hanno una netta impronta di classe: mentre i gruppi occupazionali di livello superiore preferiscono la musica classica, quelli collocati in basso della gerarchia sociale preferiscono la musica country e quella western. A livelli intermedi, invece, i gusti musicali risultano meno gerarchizzati. Altre ricerche hanno messo in evidenza come alle culture di classe si starebbero sostituendo culture di gusto, i cui membri sono uniti dall'identificazione con stili di vita che attraversano diverse classi sociali. Secondo alcuni, il passaggio dalla classe sociale allo stile di vita come base della distinzione sociale, rifletterebbe il mutamento nel modo di definire la propria identità. Mentre nelle società industriali l'identità è strettamente legata alla produzione e al lavoro, nella società post industriale la crescita del tempo libero, ecc., comporterebbe un legame più stretto dell'identità con il consumo di oggetti materiali, che diventano segni di distinzione e di appartenenza.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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