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Caratteristiche e comportamenti ideali e problematici degli intervistatori


Ire ideale: 25/ 30 anni, livello di istruzione medio, buone capacità di memoria, attenzione e concentrazione, buona salute, disponibile a turni di lavoro, automunito, risolve situazioni inaspettate e insolite.
Caratteristiche rilevanti dell’intervistatore: razza, età, sesso, expertise, status socioeconomico “apparente”.
I comportamenti nonverbali sono vere e proprie comunicazioni importanti nel definire la qualità e gli esiti dell'interazione interpersonale intervistatore – intervistato. La CNV è convogliata da vari comportamenti dell'emittente, diretti a un interlocutore. Convogliano informazioni i comportamenti cinesici (linguaggio del corpo), i comportamenti prossemici (relativi al comportamento di E nello spazio interpersonale), i comportamenti paralinguistici (Ah, Hmm), il grado di contatto fisico tra E e I, le caratteristiche fisiche e gli ornamenti di E.
I messaggi veicolati dai comportamenti non verbali forniscono informazioni su E, regolano l’interazione tra E e I, esprimono intimità, esercitano controllo sull’interlocutore e facilitano il compito dell’interlocutore. Un comportamento non ha un significato univoco ma convoglia messaggi in base al contesto.
L’emittente può mandare messaggi nonverbali inintenzionali, non finalizzati (senza scopo interattivo), messaggi intenzionali o finalizzati ad ottenere un certo effetto. L'I può interpretare i messaggi di E correttamente, oppure può fraintenderne il significato.
Se entrambi gli interlocutori cercano l’approvazione altrui, convergeranno nell’uso dello stile linguistico che adottano, mentre se desiderano differenziarsi l’uno dall’altro, essi faranno sì che diverga da quello dell’interlocutore (accomodamento).
L’intervistato deve comprendere correttamente la domanda, decidere quali informazioni sono rilevanti, recuperare tali informazioni in memoria, formulare mentalmente una risposta, valutarne l’adeguatezza rispetto ai propri scopi e, infine, produrre verbalmente una risposta.
Se il numero di persone disponibili ad essere intervistate diminuisce, condurre inchieste con campioni rappresentativi diventa problematico.
Le più frequenti motivazioni soggettive a cooperare sono motivazioni altruistiche (essere utili alla società) o motivazioni egoistiche (chiacchierare). Le principali motivazioni dei rifiuti a cooperare sono motivazioni oggettive (mancanza di tempo) o motivazioni soggettive (ritenere di non essere in grado).
Ai fini dell’ottenimento e mantenimento della cooperazione, è importante che si sviluppino un senso di fiducia verso Ire e si stabilisca un clima positivo di scambio di informazioni.
Tra le cause del rifiuto a cooperare vi può essere un grado insufficiente di confidenzialità assicurato all’intervistato circa le informazioni richieste qualora queste riguardino argomenti personali. È importante fornire all’intervistato garanzie adeguate di confidenzialità (riservatezza). Nelle interviste faccia a faccia e miste il contesto situazionale può caratterizzarsi come non confidenziale se le risposte sono sentite da terzi (distorsioni di risposta). La minaccia del contesto non confidenziale è massimo quando l’intervista si svolge a casa di I: i “terzi” non devono essere presenti.

Tratto da TECNICHE DELL'INTERVISTA E DEL QUESTIONARIO di Alessio Bellato
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