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La società intesa come sistema organico

La società intesa come sistema organico 

Filone idealistico del Romanticismo storia localismo concreto sentimento socialità comunitaristica. 
Altro versante del Romanticismo Positivismo Scienza che diviene la protagonista della concezione dell’uomo, del mondo, della società. 

Comte (1798-1857) ispiratore del positivismo, considera i fenomeni soggetti a leggi naturali invariabili, i nostri sforzi devono tendere alla loro scoperta mentre è assurda la ricerca delle cause. Guarda alla società come ad una "fisica sociale" il cui compito è riuscire a scoprire le leggi che la reggono ed utilizzarle per governarla. La società è un “organismo collettivo” e deve essere guardata secondo l'analogia con un organismo biologico, non può essere considerata come realmente composta da individui. 
Durkheim (1858-1917) fondatore della sociologia contemporanea; libera il pensiero sociologico dalle incrostazioni scientiste di Comte e dal meccanicismo deterministico e considera la società come un “organismo che esiste in sé”, indipendentemente dagli individui che lo compongono e che li trascende al di là della loro volontà cosciente. “Fatto sociale” inteso come “modo di pensare, di agire, di sentire [esterno all’individuo e dotato di un “potere coercitivo” in virtù del quale gli si impone esso deve essere analizzato solo in base ad altri fatti sociali, in base a fattori collegati alla morfologia e alla struttura della società “Aggregandosi, penetrandosi, fondendosi, le anime individuali danno vita a un essere (psichico, se vogliamo) che però costituisce un’individualità psichica di nuovo genere. Riafferma il primato della società sull'individuo e del sociale sullo psichico. 
Comunità e società 
Aspirazione del positivismo è costruire una scienza dell'uomo e della società basata sui principi delle scienze naturali. L'idealismo dando preminenza all'Io mantiene, nello studio della società, vivo il senso del soggetto. 
Tönnies COMUNITA’ espressione di una volontà organica (desiderio) SOCIETA’ espressione di una volontà arbitraria (razionalità) COMUNITA’ non come entità globale che trascende gli individui che la compongono, ma come un qualcosa che nasce dagli individui stessi e che si prospetta essenzialmente come un sistema di loro relazioni, sia oggettivamente sia soggettivamente intese alla base della vita comunitaria mette un agire umano che non è mosso solo dal calcolo razionale dell’utile ma dall’intero complesso dei desideri, dei sentimenti e dall’insieme di quelle tendenze di ordine affettivo che nel pensiero moderno hanno preso vari nomi, ma che già nel pensiero antico significavano un legame tra mente e corpo e si aprivano sulla dimensione della partecipazione, dell’empatia, della solidarietà. Quel sociale che Durkheim vedeva come espressione di fattori morfologici e strutturali è quindi visto da Tönnies in chiave idealistico-volontaristica e in un certo senso anche psicologico-soggettivistica. È su questa base che la sua idea di comunità va percepita. La comunità è fondata non sul contratto ma sulla comprensione che è un modo di sentire comune e reciproco, associativo; al contrario la società è composta da individui essenzialmente separati. L'opera di Tönnies descrive la complessità sociale come due poli estremi tra cui situano le forme concrete della volontà e dell'azione; spesso nella "comunità" sono ravvisate le antiche collettività rurali e nella "società" le collettività urbane. 
In America tenderanno ad incarnarsi nelle "comunità locali". Se la rivoluzione francese deve distruggere quella americana è fatta per conservare un mondo ormai autonomo. Democrazia ed associazionismo sono legati all'America dei secoli XVIII e XIX, essi sono dettati più da esigenze di sopravvivenza e da carenze istituzionali che principi etici e politici. Lo spirito del Far West rivive nel nuovo capitalismo audace e spietato. I concetti di progresso e di speranza che in Europa si svuotano di contenuto assumendo altre vie, in America conservano un senso per milioni di immigrati. La tesi dell'utilitarismo passa in America con l'elaborazione di J. S. Mill i cui temi sono 1) importanza delle motivazioni individuali, 2) visione etica fondata sulle conseguenze dell'agire piuttosto che non sui suoi fini. Prendono corpo i concetti di Darwin: le variabilità casualmente prodottesi sono importanti per la sopravvivenza e l'adattamento nel corso della lotta per la vita, tale lotta determina una selezione naturale indispensabile per consentire la sopravvivenza sulla terra e consolida, mediante trasmissione ereditaria, le caratteristiche originando nuovi ceppi di individui sempre più affinati; così è affermata la continuità tra l'animale e l'uomo. Con Spencer il concetto di evoluzione si associa a quello di progresso, l'utilitarismo si carica di ottimismo, i problemi sociali sono assunti in ottica riformista privilegiando le ragioni dell'individualismo senza dimenticare le ragioni della vita collettiva. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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