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Il pragmatismo e l'individualismo democratico di Peirce

Peirce (1839.1914) fondatore del pragmatismo come metodo che si proponeva la verifica della validità di una idea in base alle sue conseguenze: "la nostra idea di un oggetto è l'idea dei suoi effetti sensibili". 
W. James dilata la teoria fino a farne un modo di pensare, un’etica, una psicologia. Le idee, le conoscenze, il pensiero sono strumentali nella misura in cui servono a vivere, a scegliere tra le diverse possibilità, ad adattarsi al mondo. 
L’interesse del pragmatismo è rivolto al dato sociale e psicologico, ai problemi concreti dell’adattamento umano, alle questioni della pratica sociale insistendo sull’esperienza individuale, sulla responsabilità personale all’interno di un mondo privo di certezze aprioristiche, è anche un’esaltazione della ricerca, della sperimentazione, della verifica quello che il pragmatismo mette al centro della conoscenza scientifica, così come al centro dell’esistenza, è fondamentalmente il senso dell’ESPERIENZA, come strumento che consente di guardare alle cose al di là delle posizioni preconcette, di teorie prefabbricate 
William James e John Dewey sono due personaggi centrali nell’elaborazione di un pensiero che si proietta sia sulla conoscenza scientifica sia sull’impegno sociale, sottolineando la capacità attiva del soggetto che trova il suo fondamento etico, civile e politico nella vita di comunità. Il loro pragmatismo (per il quale Dewey coniò il termine "strumentalismo") non è soltanto una nuova filosofia che si oppone ad ogni teoria globalizzante sull’uomo o sul mondo ma un modo diverso di concepire il ruolo delle idee e dell’azione sociale: un modo che punta al pluralismo, alla convivenza democratica, all’apertura per tutti delle possibilità. 
“CULTURA dell’INDIVIDUALITA’ DEMOCRATICA” metodo della mente ed insieme di credenze che cooperano a farlo vivere quotidianamente, con il sostegno delle regole della democrazia costituzionale i diritti che tutelano la dignità umana. Poiché deve muovere la volontà e orientare i comportamenti, i suoi argomenti sono dedotti dalla tradizione culturale e dall’esperienza quotidiana piuttosto che da una concezione definita del bene da massimizzare o da una nozione aprioristica del dovere e del diritto. 
SCUOLA di CHICAGO In questo clima culturale nascono quelle scienze psicologico-sociali attente ai problemi della persona e della vita collettiva, al senso della relazione umana, alle forme di costruzione dell’identità personale e sociale, al gruppo, che caratterizzano fortemente almeno tre-quattro decenni della vita americana sino alla seconda guerra mondiale. In esso nasce quel centro propulsore di pensiero e di ricerca che è la Scuola di Chicago e trova sviluppo il concetto di comunità radicandosi nel localismo territoriale concreto. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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