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Gli attori della R&S: l’università


Ogni settore è allo stesso tempo finanziatore e esecutore della R&S. Il più grande finanziatore è il settore pubblico con risorse alla ricerca delle Università e dei progetti delle imprese; gli investimenti del settore privato sono invece scarsi (come per gli altri Paesi europei).
L’università. Ha più di mille anni di storia, con le prime sedi a Bologna e Salerno. Oggi sono 77, per di più pubbliche. Dal 1994 ogni ateneo è autonomo per quanto concerne l’utilizzo dei fondi ricevuto dal Miur (ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca), compresa la R&S (finanziata anche da altri organismi pubblici e privati, nazionali e internazionali). Il numero di laureati è quasi raddoppiato dal 1993 al 2001, ma dal 2003 inizia a decrescere, con tassi di immatricolazione inferiori (anche a causa del decremento demografico) e tendenza all’aumento delle iscrizioni alle facoltà umanistiche a scapito delle scientifiche, ingegneristiche ed economiche (le maggiori per i dati del 2003). Molto importanti sono i dottori di ricerca, esecutori di R&S sotto la supervisione dei docenti e ricercatori di domani; sono concentrati nelle scienze matematiche, fisiche e naturali, medicina, lettere e ingegneria; l’Italia è il Paese sviluppato che ne produce di meno (0.16 dottori di ricerca ogni 1000 abitanti tra i 25 e i 34 anni, con la media europea a 0.56). la riforma delle lauree su tre livelli (triennale, specialistica e dottorato di ricerca) ha evidenziato problemi: abbassamento della preparazione dei laureati, numero eccessivo di corsi di laurea specialistica, tendenza a concentrare questi ultimi nelle università più prestigiose, con spiazzamento delle più piccole, divisione tra atenei che sapranno garantire adeguato livello di didattica, che riceveranno maggiori risorse, e quelli meno efficienti, che faranno fatica a sopravvivere e avranno minori risorse (con probabilità di soccombere e creare squilibri sociali e politici). La situazione comunque non è grave come può apparire: i nostri laureati sono globalmente apprezzati e le nostre pubblicazioni scientifiche di elevata qualità (allineati ai Paesi più sviluppati).

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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