Diritto pubblico e diritto privato

La P.A. oggi si basa sul diritto pubblico e sul diritto privato. Il modello privatistico è quello dell'autonomia; lo strumento di azione è il contratto; vi è libertà negoziale come manifestazione della propria volontà; è il mondo delle obbligazione a fronte del quale la soluzione ottimale è il diritto  soggettivo. Se c’è la lesione di un diritto, si ricorre al “risarcimento danni” stabilito dal giudice ordinario che può emettere sentenze di condanna a facere o non facere. Il modello pubblicistico è il mondo della funzione, del dovere; è un mondo non eguale perché vi è un'autorità che deve salvaguardare i diritti pubblici; non c’è parità; il suo modulo d'azione è il procedimento amministrativo particolato in fasi e concluso dal provvedimento. Di fronte al potere dell'amministrazione c'è soggezione, basata sull'interesse legittimo. Il giudice è quello amministrativo (speciale e non ordinario). Non si può avere il risarcimento danni e il giudice emana sentenza di annullamento e non di condanna. Non vi è un codice, ma principi propri; è il mondo del dovere e non del diritto. Ci sono stati modelli di comunicazione in senso doppio tra il mondo privato e pubblico. Progressivamente sono venuti meno i punti fermi di questi due modelli,con l'introduzione della disciplina civilistica nel mondo amministrativo. Inoltre entra l'accordo all'interno della P.A.; infatti nel 2005 l'accordo è diventato l'esito normale della procedura amministrativa, il quale può sostituire il provvedimento. Alla fine degli anni novanta salsa l'irrisarcibilità dell'interesse legittimo che è messa sullo stesso piano dei privati. Oggi il giudice amministrativo può emettere sentenze di condanna. Alcuni principi aziendalistici come l'economicità e l'efficienza sono recepiti dalla P.A. Dal 2005 la legge afferma che la P.A. nell'adozione di atti di natura non autoritativa agisce secondo le norme di diritto privato, salvo che la legge non dispone diversamente.