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La gestione della malattia


Un’area importante della psicologia della salute si occupa della malattia, di come le persone si rappresentano lo stato di malattia e di infermità, che tipo di comportamenti mettono in atto quando avvertono dei sintomi, quali strategie utilizzano per far fronte a situazioni di difficoltà.
Adler e Matthews notano come gli sviluppi della disciplina abbiano riguardato tre questioni basilari:
1. chi diventa malato e perché
2. tra i malati chi guarisce e perché
3. come si può prevenire la malattia o promuovere la guarigione.
Numerose ricerche hanno indagato su questi temi e hanno cercato di fornire ipotesi interpretative prendendo in considerazione sia le caratteristiche individuali che predispongono un soggetto alla malattia sia i fattori legati all’ambiente sociale.
Sempre più frequentemente si sottolinea l’importanza dell’interazione persona - ambiente.
È emerso che il sostegno sociale, l’ostilità disposizionale e lo stress lavorativo sono legati agli esiti della salute, mentre certi tratti di personalità (come il tipo A o la depressione) non sono direttamente legati a malattie.
Un rilievo centrale ha assunto non la semplice esposizione ad eventi di vita stressanti, quanto la valutazione soggettiva della situazione come stressante. Si è dato rilievo alle strategie di coping, vale a dire le strategie che un individuo mette in atto per far fronte ad eventi stressanti.
Il modello dominante sulla relazione tra stress e coping (Lazarus e Folkman) considera lo stress come un insieme di processi che implica transazioni tra l’individuo e l’ambiente.
La persona è vista come agente attivo, in grado di influenzare l’impatto degli eventi stressanti mediante strategie emotive, cognitive e comportamentali. Si ha percezione dello stress quando le richieste superano le risorse che l’individuo ritiene di avere.
Il processo di coping implica una attività cognitiva che consiste in una duplice valutazione della situazione: al verificarsi di un evento stressante, le persone cercano di stabilire il significato e il probabile effetto sul benessere; un secondo tipo di valutazione ha lo scopo di verificare gli effetti delle risposte sulla base dei cambiamenti avvenuti nelle condizioni interne ed esterne.
Le ricerche hanno evidenziato l’esistenza di diversi tipi di coping:
- centrato sul problema o strumentale (tentativo di modificare la situazione)
- centrato sulle emozioni o palliativo (volto a ridurre le emozioni negative che derivano dalla percezione dello stress)
- orientato all’evitamento (consiste nell’impegnarsi in attività sostitutive).
Taylor, studiando come le persone reagiscono agli eventi minacciosi, incluso l’insorgere di una malattia grave, ha elaborato una teoria dell’adattamento cognitivo, secondo cui il processo di adattamento si centra su tre aspetti:
• ricerca di un significato della malattia per la propria esperienza (perché è capitato proprio a me?)
• tentativo di mantenere il controllo sull’evento e sulla propria vita (cosa posso fare per impedire che accada nuovamente?)
• sforzo di potenziare l’autostima attraverso il confronto con gli altri.
A tale riguardo sono importanti i comportamenti supportivi dei familiari, che possono facilitare o rafforzare le strategie di coping. Uno dei temi che ha riscosso grande interesse riguarda l’analisi delle situazioni di vita caratterizzate da malattia cronica. Due sono le tendenze divergenti:
1. i tratti specifici di una malattia, la sua visibilità e la sua gravità, influenzano in modo differenziato il funzionamento psicosociale del soggetto.
2. indipendentemente dal tipo di malattia tutti i pazienti condividono lo stesso tipo di problemi.
Il tema centrale della malattia cronica riguarda comunque le risorse di coping delle persone.
Per spiegare le diverse modalità di risposta si ricorre al concetto di controllo. Prima dell’insorgere di una malattia il controllo deriva dalle forze fisiche, dalle abilità e da un’ampia gamma di risorse sociali, economiche e ambientali. Con l’insorgere di una malattia cronica le capacità di controllo sono seriamente compromesse.
Se ciò riguarda i bambini, possono insorgere anche dei problemi come sensi di colpa da parte dei genitori in caso di malattie ereditarie, e conseguenti accuse e ostilità nei loro confronti da parte dei figli. Si è visto che i bambini, al contrario di quanto si possa pensare, riescono ad adottare delle strategie di coping molto efficaci; decisamente importante è l’espressione appropriata delle proprie emozioni.
Molti pazienti ricorrono alla negazione e all’isolamento nel far fronte al disagio emotivo causato dal dolore, malessere e interruzione dei progetti.
Un fattore di aiuto allo sviluppo di una immagine di sé positiva, come soggetto socialmente competente, può essere data dall’identificazione con persone affette dalla stessa malattia che sono riuscite ad affrontare con successo malattie simili.
L’impatto della malattia cronica su pazienti giovani e adolescenti, è meno peggio di quanto ci si possa aspettare, probabilmente grazie a più efficaci cure mediche unite ad un adeguato sostegno psicosociale. Pertanto il numero di pazienti con malattie croniche che hanno una buona qualità di vita è in continuo aumento.

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