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Approccio euristico della progettazione


In questo tipo di approccio si rinuncia a conseguire degli obiettivi predeterminati dagli operatori progettisti.
Esiste un processo condiviso di ricerca partecipata attraverso cui si definiranno, con i soggetti destinatari, obiettivi specifici, interventi ed ipotesi trasformative più mirate.
Mentre l’approccio concertativo realizza una progettazione flessibile in cui si definiscono degli obiettivi e altri rimangono “aperti”, questo terzo approccio non individua proprio obiettivi specifici a priori.
Qui la progettazione è solo un prodotto del percorso e, nella fase di attivazione, si possono sviluppare dei sottoprogetti connessi, aventi ciascuno un suo proprio percorso di progettazione, realizzazione e verifica.
Alla base di questo approccio vi è la constatazione che molti progetti di “aiuto” hanno prodotto effetti indesiderati: dipendenza degli assistiti dai servizi, assistenzialismo e squalifiche dei destinatari stessi. Questi modelli hanno riconfermato modelli emarginanti. Per questo motivo si privilegia la ricerca-intervento partecipante: perché privilegia i processi di tipo partecipativo, di sviluppo della conoscenza piuttosto che la raccolta di dati fruibili solo da pochi esperti.
L’approccio euristico pone al centro dell’intervento sociale la tappa dell’attivazione, la progettazione è un prodotto del percorso e non il luogo di partenza. Dall’attivazione possono svilupparsi molteplici sotto-progetti. Solo in seguito si realizzano scelte operative e si avviano i progetti di intervento.

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