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Metafore nel dibattito su globalizzazione e sviluppo


E' possibile individuare una metafora geografica esplicitamente indirizzata alla descrizione del mondo economicamente dominante, ovvero ai paesi del centro. Si tratta della metafora della triade globale. L'idea alla base della metafora (la metafora di Ohmae) della triade è che l'economia mondiale sia organizzata intorno a una struttura macro regionale tripolare, i cui elementi sono gli Stati uniti, l'Europa occidentale e il Giappone. Le tre potenze economiche dominano tutta l'economia del pianeta, costituendo oggi quasi i due terzi del prodotto mondiale, più di metà delle esportazioni di merci, generando gran parte degli investimenti diretti esteri in uscita e accogliendo circa due terzi di quelli in entrata. In realtà è evidente come oggi si renda necessario integrarle nel modello paesi come la Cina o l'India.
Dal punto di vista economico è evidente come i mercati delle tre regioni presentino una certa omogeneità, con livelli di ricchezza e di consumo pro capite piuttosto simili. Spesso le imprese multinazionali propongono nei tre mercati di prodotti identici o molto simili. Proprio questa omogeneità ha storicamente rivestito un ruolo importante nello sviluppo della triade, permettendo alle imprese multinazionali di proporre i propri prodotti e servizi su vasti mercati. La presenza all'interno della triade di mercati interconnessi e di regimi politici ed economici simili avrebbe poi portato a complesse forme di cooperazione-competizione, come testimoniano le riunioni delle G7 o del G8 .
metafore della misurazione dello sviluppo
in questo senso è certamente possibile affermare che il più noto tra gli indicatori della crescita economica, ossia il prodotto interno lordo e le sue misure correlate risenta di specifici limiti, restituendo una visione estremamente parziale e imprecisa dello sviluppo. Di più questa semplice misura trascura per esempio le spese equazioni nella distribuzione del reddito, il degrado dell'ambiente naturale, l'incidenza dell'economia informale o della agricoltura di sussistenza. In questo senso, nell'ambito di una generale critica ad approcci semplicistici, negli anni 80 hanno visto una rapida crescita della diffusione di indicatori dello sviluppo di matrice sociale e complessa relativi ad esempio alla salute, all'educazione o alla nutrizione. Un esempio di misura alternativa può riguardare il cosiddetto Pil verde, ottenuto sottraendo al Pil le spese di protezione ambientale, i costi per i danni ambientali, nonché la perdita di patrimonio naturale.
Nonostante quindi una certa diffusione di perplessità circa l'efficacia attribuita alla possibilità di misurazione materiale dello sviluppo tramite il Pil.-il tentativo più noto in questa direzione è offerto dalle nazioni unite, le quali propongono l'utilizzo dell'indice di sviluppo umano, che si prefigge di coniugare aspetti esplicitamente quantitativi della crescita economica con altri relativi alla qualità sociale dello sviluppo. Questa ragione, l'indice, il cui valore compreso fra zero e uno, prende in considerazione, oltre agli standard di vita, anche la longevità della popolazione è il tasso di scolarizzazione.
L'impresa multinazionale globale: teorie e modelli
non esiste una definizione univoca di impresa multinazionale. In linea generale, un'impresa multinazionale e una società che ha il potere di coordinare e controllare operazioni in più di un paese.
La peculiarità dell'impresa multinazionale pertanto è riconducibile a tre caratteristiche:
• coordinamento e controllo di varie fasi localizzate in diversi paesi
• capacità di trarre vantaggio dalle differenze geografiche nella distribuzione dei fattori di produzione.
Il fenomeno multinazionale comincia a manifestarsi durante gli anni 60, in particolare con l'internazionalizzazione delle imprese statunitensi. in primo luogo, occorre citare le nuove condizioni istituzionali dello scenario mondiale: Bretton Woods, innovazioni tecnologiche. L’organizzazione del lavoro venuta a organizzarsi durante l'evoluzione del sistema fordista è stata fortemente contraddistinta dalla tendenza alla parcellizzazione dei processi produttivi, da cui è derivato un accresciuto ruolo dei lavoratori non specializzati. infine occorre considerare come la rivoluzione verde abbia liberato migliaia di persone da una vita di pura sussistenza.
L'espressione “divisione internazionale del lavoro”, è oggi   centrale nel dibattito economico. Essa si riferisce alla divisione spaziale del lavoro scala internazionale relative per esempio alla ripartizione sociale della produzione. Il processo di scomposizione dei cicli e le mutate condizioni prima descritte hanno invece consentito il decentramento di funzioni industriali verso i paesi del sud del mondo. Nel caso asiatico per esempio si è assistito alla formazione di un nuovo cuore dell'accumulazione capitalistica comprendente, oltre al Giappone, la Cina e le tigri asiatiche (Taiwan, Corea del sud, Hong Kong e Singapore).

Tratto da PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO di Alessandro Remigio
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