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Gli elementi caratterizzanti l’approccio etnoclinico

KARL WEICK definisce l’organizzazione nei termini dei PENSIERI PENSATI DA PENSATORI PENSANTI (emozioni provate dai soggetti mentre svolgono quelle azioni). 
L'organizzazione è vista nei termini di un corso di AZIONI e DECISIONI intenzionali e razionali messe in essere sulla base degli esiti di una ricerca della relazione tra risultati attesi e strategie attuate per raggiungerli. Questo approccio enfatizza questi aspetti << storia e tradizioni organizzative, eredità del passato, identità, carattere delle organizzazioni, apprendimenti rispetto al NUCLEO TECNICO (regole in base alle quali le cose sono state fatte nel passato, come si fanno oggi e come andrebbero fatte domani) e NUCLEO PSICOSOCIALE (come le persone vivono, percepiscono, presumono essere stato il funzionamento organizzativo nel passato e nel presente e come quindi lo auspicano per il futuro). 
La visione dell’uomo è quella di un ricercatore di senso bisognoso di regole e di una rete di significati. 
La formazione è definita come un intervento culturale in un contesto culturale, nell'intento di rispettare la cultura incontrata e con la volontà di farla evolvere. I soggetti si appropriano cognitivamente ed emotivamente dell’organizzazione in cui vivono è “lavoro sul lavoro” impegnato ad analizzare i problemi che in esso si incontrano per risolverli. Il processo di lavoro è assunto non solo dal suo responsabile ma da tutti quelli che vi partecipano.La formazione si qualifica nei termini di una riflessione critica sull'esperienza concreta e rappresenta anche occasione di verificare e rafforzare l'appartenenza dei soggetti all'organizzazione in cui a luogo la loro individuazione professionale. 
Il modello di cambiamento e di apprendimento è riflessivo-concreto-esperenziale i soggetti possono cambiare ciò che fanno e come lo fanno e sono messi in grado di pensare a come pensano, a ciò che fanno e a come lo fanno, al perché lo fanno, in che modo elaborano i problemi, se maturano nuove aspettative, se sperimentano nuove modalità di lavoro e ottengono risultati positivi. 
Il modello progettuale-didattico è quello del laboratorio di apprendimento, non ci sono docenti che insegnano ma consulenti che aiutano a capire. Sono metodi che si collocano nella "ACTION-LEARNING" cioè l'apprendimento che deriva assumendo quale contenuto e contesto formativo la propria azione quotidiana. 

Le metafore per rappresentare questo aspetto del nostro modello sono: teatro, iceberg e mercato. 
Il teatro è l'organizzazione, palcoscenico ove i soggetti/attori vivono e rivivono le dinamiche affettive solo parzialmente emergenti. 
Iceberg c'è una scena manifesta così come una latente, c'è il conflitto esplicito e quello celato, c'è il lato sommerso dell'iceberg assai più profondo di quello emerso. 
Il mercato allude alla dimensione sempre presente nella vita organizzativa del potere e della sua dinamica indissolubile dall'agire collettivo. 
Il modello progettuale di apprendimento è riflessivo-interrogativo centrato sul piccolo gruppo di lavoro ed utilizza quei metodi in grado di nominare, esplicitare, far emergere ciò che succede nel campo soprattutto attraverso la ricostruzione storica di episodi significativi per la vita personale ed organizzativa dei partecipanti: i role-playing, gli autocasi, ecc. 

La ricerca-azione proposta è MULTIDISCIPLINARE, la psicologia di comunità deve allearsi con altre consorelle (psicologia del lavoro, della formazione, delle organizzazioni, sociologia, antropologia). 
E' COGENERATIVA in quanto è basata sulla prospettiva fondata sulla partecipazione, cioè dar voce alle persone implicate nel problema reale e cointeressate alla ricerca di una soluzione. 
Principi essenziali dell'intervento di Empowerment orientato da tale modello sono: partecipazione cooperativa di tutti gli attori implicati, centratura delle motivazioni degli attori, negoziazione delle aspettative, ricostruzione storica ed interpretazione degli eventi significativi, produzione di conoscenze utili, utilizzo dei metodi di ricerca qualitativa, enfasi sui punti di forza dell'organizzazione, filosofia di aiuto condensata nel principio dell'aiutare ad aiutarsi, significativo investimento in promozione e legittimazione dell'intervento presso altri gruppi non coinvolti nell'iniziativa, diffusione dei risultati. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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