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Gli effetti destabilizzanti della deflazione


Due teorie per spiegare come la caduta dei prezzi possa deprimere il reddito:
Teoria debito-delazione e descrive gli effetti di una imprevista diminuzione del livello dei prezzi. Una variazione inattesa del livello dei prezzi ridistribuisce la ricchezza tra debitori e creditori. Una diminuzione del livello dei prezzi fa aumentare l’importo reale del debito, cioè il potere di acquisto che il debitore deve restituire al creditore. Un’inflazione inattesa arricchisce i creditori e impoverisce i debitori. Questi ultimi tendono a spendere di più; se i due gruppi hanno uguale propensione marginale al consumo, l’effetto sulla spesa, a livello aggregato, è nullo. Per capire come una variazione attesa del livello dei prezzi possa influenzare il reddito, dobbiamo introdurre una nuova variabile nel modello IS-LM. Sappiamo che gli investimenti dipendono dal tasso di interesse reale, mentre la domanda di moneta dipende dal tasso d’interesse nominale. Detto i il tasso d’interesse nominale e πe il tasso d’inflazione atteso, il tasso d’interesse reale ex-ante è (i - πe). possiamo, cosi, riscrivere il modello IS-LM come
Y = C(Y – T) + I(i - πe) + G             IS
M/P = L(i, Y)                                ML
L’inflazione attesa entra come variabile nella curva IS e, di conseguenza, variazioni dell’inflazione attesa provocano spostamenti della curva IS.
Utilizziamo questo modello IS-LM esteso per esaminare come una variazione dell’inflazione attesa influenzi il livello di reddito.
Supponiamo che in futuro il livello dei prezzi sia destinato a diminuire, di modo che πe sia negativo. Ora il tasso di interesse reale è più elevato di quello nominale e il suo aumento deprime a spesa programmata per investimenti,facendo spostare la curva IS da IS1 a IS2. Cosi una deflazione attesa genera una riduzione del reddito nazionale da Y1 a Y2. Il tasso d’interesse nominale diminuisce da i1 a i, mentre quello reale sale da r1 a r2. La caduta degli investimenti deprime la spesa programmata che, a sua volta, deprime il reddito. La diminuzione del reddito diminuisce la domanda di moneta, quindi il tasso d’interesse nominale deve diminuire per equilibrare il mercato monetario. Il tasso d’interesse nominale diminuisce di un ammontare inferiore a quello dell’inflazione attesa, cosi il tasso d’interesse reale aumenta.
Se la caduta dei prezzi è destabilizzante, una contrazione dell’offerta di moneta può provocare una diminuzione del reddito, anche senza una diminuzione dei saldi monetari reali o un aumento del tasso d’interesse nominale.

Trappola della liquidità: secondo il modello IS-LM una politica monetaria espansiva ha effetto attraverso la riduzione del tasso di interesse e il conseguente stimolo all’investimento. Ma se i tassi di interesse sono già diminuiti fin quasi allo zero, forse la politica monetaria non può più sortire alcun effetto.

Tratto da MACROECONOMIA di Alessia Chiovaro
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