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Media come traduzione, tecnologia e domanda di mercato


Le tecnologie sono modi per tradurre un tipo di conoscenza in un altro, e per questo sono metafore attive. La parola parlata è stato il primo media a modificare l’ambiente umano riorganizzandolo totalmente con una padronanza maggiore; è una tecnologia della chiarezza, grazie alla traduzione in simboli vocali dell’esperienza sensoriale è possibile evocare e recuperare in ogni istante il mondo intero.
Una grande scoperta del XX secolo è la tecnica  del “giudizio sospeso” ovvero quella per cui si parte da un effetto o un desiderio finali risalendo indietro fino a scoprirne le motivazioni e le cause; sarebbe un buon metodo per combattere il torpore  dei media, in quanto le novità tecnologiche alterano abitudini e schemi di pensiero e valutazione.  Solo l’artista può riconoscere la pericolosità dell’intorpidimento sociale creato dai media in quanto uomo della consapevolezza integrale. L’urto dei media è come un’operazione chirurgica, anestetizza una parta ma agisce sull’intero sistema, rimescolando i sensi non amputati, in una fase di incoscienza.
La più ovvia conseguenza psichica di una nuova tecnologia è la capacità di autocrearsi una domanda di mercato . Solo l’accettazione delle estensioni, quindi dei media, come qualcosa di interno a noi potrà aiutarci ad affrontare le sfide della tecnologia. Le tecnologie rispondo alla dialettica servo-padrone Hegeliana: il servo conquistato si specializza fino a diventare indispensabile per il padrone così come i media sono stati da noi creati e conquistati ed alla fine ci dominano.

Tratto da STORIA E STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE di Asia Marta Muci
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