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Interpretazione di scale di contenuto e di scale fattoriali attinenti allo stesso test

Interpretazione di scale di contenuto e di scale fattoriali attinenti allo stesso test


E’ degna di interesse la storia del CPI (California Psycological Inventory) che valuta caratteristiche della personalità normale. Il fatto che non fosse legata a nessun modello teorico ha creato occasioni per togliere ed aggiungere scale a buon bisogno. Anche il CPI come l’Eysenck attinge dei quesiti (200 su 480 totali!) da un questionario preesistente che è il MMPI. Il voler conservare dei quesiti significa limitare la validità di contenuto rispetto ai criteri esterni anche se apporta come vantaggi l’economia di tempo. Nel CPI inoltre non sono presenti scale di controllo inoltre il riferimento a costrutti poco definiti sotto l’aspetto teorico ha prodotto scale che hanno tra loro coefficienti di intercorrelazione elevati. Il numero altissimo di scale comporta problemi pratici nella fase interpretativa ecco perché è stato ipotizzato che ci volesse l’analisi fattoriale per ridurre il numero delle scale e renderle ortogonali.  Nell’edizione statunitense allora sono stati evidenziati solo 5 fattori primari che sono l’Estroversione, Adattamento mediante conformismo, Capacità di pensiero indipendente, Convenzionalità e Femminilità e sono state messe in luce una serie di corrispondenze tra scale. Vi sono inoltre due fattori di secondo ordine che sono Adattamento generale e Forza dell’Io ma altri autori (Boncori) ne hanno evidenziati altri.  L’edizione statunitense più recente aggiunge altre due scale che sono Indipendenza ed Empatia e apporta modifiche a scale precedenti, sono state inoltre aggiunte scale-fattoriali (introversione-estroversione, autodisciplina, sentimento di realizzazione). Per il CPI allora l’identificazioni di tali scale fattoriali non ha in automatico portato ad una riduzione del numero iniziale delle scale ma al contrario un aumento perché le scale fattoriali sono andate ad aggiungersi alle scale di contenuto. Sarebbe stato inopportuno eliminare scale di contenuto vista la loro accertata validità rispetto a criteri, anche i risultati al pretest sono risultati stabili. Per quanto riguarda la stabilità transculturale sono state ottenute piccole conferme e perlopiù differenze significative in culture diverse. Il numero altissimo di scale e la non aderenza ad un quadro teorico ha comportato molta confusione nell’interpretazione dei risultati secondo criteri oggettivi.

Tratto da I TEST IN PSICOLOGIA di Antonino Cascione
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