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Il prologo e la “cattura” dello spettatore

Il prologo e la “cattura” dello spettatore


Fondamentale è la procedura di cattura dello spettatore che si esplica in un doppio invito testuale. Da una parte esso è cognitivo (“chi ha ucciso Laura Palmer?”), dall’altro paternico (dislocazione dello spettatore in prossimità degli attori colpiti dal dramma). Entrambi, natural-mente, si espliciteranno nello sforzo di mantenere un doppio coinvolgimento emotivo dello spettatore (passione dell’investigazione e compartecipazione alle passioni dei cittadini di Twin Peaks) grazie a una duplicità di prospettive del narrato (rispettivamente, distanziante e solidariz-zante). In realtà, vedremo come questa “cattura” diventerà progressivamente “fatale” per lo spettatore: la seduzione del giallo lo tradirà quando le serrate inferenze della detection diventeranno un tessuto di paralogie, mentre la partecipazione agli stati d’animo di alcuni personaggi sarà “violentata” quando i loro comportamenti si faranno patetici, assurdi, fino ad assumere la configurazione di stati di alterazione.
Nel pilot, la sigla ha una continuazione sequenziale. Dopo aver seguito lo scorrere calmo del fiume, vediamo inquadrate, davanti a una casa, due anatre nell’acqua, e successivamente due anatre di porcellana nera in un interno. L’accostamento tra queste due inquadrature esprime un’associazione analogico-contrastiva: vi è infatti una isotopia iconica (le due anatre) e un contrasto tra i semi naturale/artificiale. È indubbio che il sema “artificiale” indichi anche l’inserimento nella fiction. Dato che, come vedremo, questo montaggio analogico-contrastivo è ricorrente nel serial, notiamo subito come in esso il fare pragmatico dell’enunci azione disponga in serie due punti di vista esclusivi, che “funzionano come delle prove qualificanti per il soggetto cognitivo, dal momento che concorrono alla manifestazione della sua competenza d’osservazio-ne”. L’irruzione di tale montaggio segnala quindi anche il passaggio da un regime di realismo oggettivo a quello di un realismo soggettivo.
L’auricolarizzazione interna (Jocie viene installata come soggetto del fare percettivo) permette di ricostruire lo spazio (contiguità delle stanze dove si trovano Pete e Jocie), il quale viene modalizzato nella sua globalità dalla ripetizione del canto (estensione del presagio).
Torniamo su Pete (Piano Americano/Campo Lungo), che, al risuonare della sirena, commenta “E la sirena solitaria suona” (ancora un preludio). Quindi si volta, e improvvisamente cambia postura, come se qualcosa lo avesse impressionato.

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