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Le componenti e le procedure degli episodi di Quarto Potere - O. Welles -




2- Se ci concentriamo sull’ordine dei componenti, può essere utile portare avanti la distinzione tra costruzioni rette dalla soggettiva e costruzioni rette dall’interpellazione.
- A fianco del cinema nel cinema porremo allora il teatro nel cinema, il sogno filmato, e in generale tutti quei momenti in cui il discorso ospitato dal film si modella sul punto d’ascolto.
- A fianco del flashback porremo il flashforward, la citazione intenzionale, e in generale tutti quei passaggi che il discorso ospitato dal film fa aggio sulla messa in scena di un punto d’emissione.
3- Se pensiamo al raggio d’azione dei componenti, può essere utile riprendere la distinzione tra enunciazioni riportate ed enunciazioni enunciate.
- Tra le prime collocheremo tutti quei momenti in cui la rappresentazione ripercorre un’altra rappresentazione – altra rispetto alla rappresentazione ospitante, anche se sua diretta vicina in quanto anch’essa rappresentazione: è il caso dei nostri due esempi –.
- Tra le enunciazioni enunciate metteremo invece tutti quei momenti in cui la rappresentazione si rappresenta, confessando direttamente il proprio farsi e il proprio darsi, e anzi eleggendo se stessa a vero tema del film: esempi di questa autorappresentazione sono le costruzioni in abisso, in cui la storia raccontata riguarda esplicitamente l’atto della sua narrazione.
In quinto luogo i nostri schemi ci permettono di precisare meglio come un film organizza le proprie procedure emissive e le proprie procedure recettive.
A- Nel flashback il film insiste su di un farsi: s’appoggia a qualcuno cui confida l’esercizio della parola, a un narratore, e ne evidenzia l’azione, e cioè il suo rivolgersi direttamente a chi è disposto a seguire la vicenda;
B- Nel caso del cinema nel cinema il film sottolinea un darsi: punta su di un narratario, e cioè su qualcuno cui spetta l’esercizio dell’ascolto, e ne esalta la presenza assumendolo come filtro di quanto via via appare.
In questi due gesti si annida una doppia consegna di compiti: chi manovra il nostro film affida a chi opera all’interno della storia l’incarico di marcare nel primo caso l’avvio del gioco, nel secondo la sua conclusione; le due strutture insomma mettono a nudo un doppio mandato: l’enunciatore “fa fare” a dei personaggi la parte rispettivamente del narratore e del narratario, e cioè attribuisce loro un ruolo e li porta ad agire di conseguenza, li designa come propri incaricati e li introduce ad una precisa mansione.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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