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Il consumo del corpo e chirurgia estetica


Il corpo è il primo territorio che ospita pratiche di consumo per la costruzione identitaria.
Il corpo e tutto ciò che lo adorna, diviene la prima estensione rappresentativa dell’identità.
Successivamente anche gli oggetti che ne estendono le funzioni: auto, cosmesi, vestiti, casa ecc. Non a caso massaggi, terme, spa, centri benessere, stanno diventando sempre più importanti e presenti nelle scelte d’acquisto del consumatore postmoderno.
Tra le pratiche messe in atto per l’adeguamento del corpo ai canoni di bellezza condivisi, la chirurgia estetica rappresenta una delle tecniche più invasive.
In continuo aumento anche tra gli uomini, la chirurgia è risultata essere un rimedio per portare il proprio corpo nella sfera della “normalità” percepita, che corrisponde agli standard di accettazione che l’individuo si pone.
L’esigenza è quella di far emergere la propria individualità e di conquistare più visibilità sociale e allo stesso tempo di conformarsi con i canoni condivisi per evitare esclusione e isolamento.

Tratto da MANUALE DI PSICOLOGIA DEI CONSUMI di Priscilla Cavalieri
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