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Educazione psicomotoria nella scuola primaria: pronti, via, giocate!


È bene che le sedute di pratica psicomotoria inizino tutte con un momento particolarmente intenso ed emozionante per il bambino. In tal senso, i giochi di distruzione sono indicati perché favoriscono l’espressione simbolica dell’aggressività all’interno dell’area di gioco, di piacere e di rassicurazione, favorendo la decolpevolizzazione e la liberazione delle tensioni toniche. Distruzione e costruzione costituiscono un processo dialettico di trasformazione in cui niente (durante la distruzione) è perso, poiché tutto può essere ricostruito in altro modo e in forma sempre più creativa. Una dinamica che rinvia alla costruzione del sé del bambino; il bambino nella sua storia evolutiva, per conquistare la permanenza dell’oggetto, la fiducia in se stesso e nelle proprie capacità trasformative, e costruirsi delle stabili rappresentazioni mentali, abbisogna di “una madre sufficientemente buona”, in grado di offrirsi come “oggetto” interessante da conquistare, disponibile a lasciarsi manipolare, trasformare e distruggere (simbolicamente) e soprattutto attenta a non far subire al bambino ritorsioni e rivendicazioni.
I bambini amano saltare, correre, rotolare, perdere l’equilibrio, scivolare, arrampicarsi, dondolare, attivare cioè il corpo proprio, sperimentare il senso di unità di sé, percepire la propria potenza, i propri confini e limiti, il piacere di trasformare se stessi, ricreando così il piacere vissuto nella relazione primaria. L’esperienza sensomotoria permette al bambino di integrare in un’unità elementi sensoriali, motori, cognitivi, emozionali e affettivi e rappresenta il principale attivatore della comunicazione con gli altri. Il ruolo dell’adulto nello Spazio sensomotorio diventa quello di:
- sottolineare e valorizzare le azioni del bambino;
- rispecchiargli le emozioni che sta provando;
- stimolare nuove esperienze: “Puoi inventare altri modi di scivolare, saltare. Se vuoi, puoi salire più in alto”;
- garantire la sicurezza dei bambini;
- aiutare i bambini a creare connessioni cognitive.
Un’altra funzione dell’adulto è quella di offrirsi quale “partner simbolico’ ovvero intervenire nel gioco del bambino per aiutarlo a trasformarlo e a tradurlo in una narrazione.
ciò che deve caratterizzare la quotidianità è “l’atteggiamento” psicomotorio, ovvero quella disponibilità
all’ascolto, alla comunicazione, allo scambio reciproco con la consapevolezza che il corpo è il punto di partenza per ogni forma di conoscenza del bambino.

Tratto da I LABORATORI DEL CORPO di Anna Bosetti
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