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L’educatore in strada


Occorre mettere a fuoco i compiti dell’educatore che si trova ad agire in un ambito operativo forse fra i più complessi: la strada. Si tratta di un ampio panorama di esperienze che hanno preso l’avvio in Italia a partire dagli anni ottanta, quando il lavoro di strada iniziava ad affermarsi come metodologia di intervento sociale in ambiti quali la prevenzione del contagio dell’HIV rivolta a prostitute e tossicodipendenti e il lavoro di supporto a soggetti in condizione di grave emarginazione, come le persone senza fissa dimora.
L’educativa di strada è un servizio che si propone di migliorare la qualità dell’aggregazione spontanea dei gruppi di adolescenti presenti in un determinato territorio, rilevandone bisogni, interessi e richieste e allestendo percorsi finalizzati a promuovere lo sviluppo delle abilità sociali dei ragazzi.
L’équipe di un’educativa di strada, composta generalmente da coppie di educatori, si trova a collaborare con un’ampia rete di servizi sociali, educativi e sociosanitari e riserva una particolare attenzione alla comunità locale e alle sue risorse formali e informali. Si tratta di un servizio che chiede all’educatore un alto tasso di flessibilità.

Tratto da L'EDUCAZIONE DIFFICILE di Anna Bosetti
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