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Origini dell’antisemitismo


Nella forma in cui l’antisemitismo si è manifestato nell’Europa centro-occidentale ha avuto cause politiche piuttosto che economiche, mentre in Polonia e in Romania sono state le complicate condizioni di classe a suscitare contro gli ebrei un violento odio popolare.
La prima fiammata di antisemitismo si ebbe in Prussia, subito dopo la sconfitta di Napoleone nel 1807, quando i “riformatori” diedero al paese una nuova struttura politica, che fece perdere all’aristocrazia molti dei suoi privilegi e aprì la via allo sviluppo delle classi medie.
Il decreto di emancipazione del 1812 riguardò, quindi, principalmente quei gruppi di ebrei ricchi privilegiati che, in seguito alla generale abolizione dei privilegi, avrebbero subito un grave peggioramento nella loro condizione.
Fra le aspre reazioni dell’aristocrazia, la classe più duramente colpita, vi fu un’improvvisa esplosione di antisemitismo, che aveva tra i massimi esponenti Ludwig von der Marwitz, il quale sosteneva che gli ebrei sarebbero stati l’unico gruppo a godere di speciali vantaggi. L’antisemitismo aristocratico non ebbe conseguenze politiche. (ricordiamo inoltre che gli ebrei erano stati alleati dall’aristocrazia a tal punto da esseri perseguitati dall’antisemitismo liberale).
L’antisemitismo moderno prese inizio dappertutto negli ultimi trent’anni del XIX secolo. L’aristocrazia feudale, benché ancora potente per influenzare l’opinione pubblica, non aveva tuttavia in sé la forza necessaria per promuovere un vero movimento antisemitico.

Tratto da LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO di Antonino Cascione
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