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Appartenenza e separazione

Appartenenza e separazione    


Quello dell’appartenenza e della separazione è uno dei problemi che accompagnano l’uomo lungo tutto l’arco della sua esistenza. Essi sembrano procedere di pari passo e svilupparsi in un processo circolare: ci si separa nella prospettiva di nuove unioni, lungo un arco storico in cui ogni unione e ogni successiva separazione dovrebbero essere più differenziate rispetto a quelle precedenti. Tuttavia il processo di separazione può durare anche gran parte o tutta la vita senza mai essere portato a termine: non è infrequente in terapia che il comportamento di un padre o una madre si trasformi radicalmente in presenza di uno dei loro genitori, diventando improvvisamente inadeguato.    
Quanto più una relazione deve soddisfare esigenze fondamentali di protezione e di sicurezza, tanto più forte è il legame che si sviluppa e tanto maggiore è la minaccia potenziale portata da qualsiasi relazione che metta in discussione tale legame. Ad essa si tende a reagire, inizialmente con manifestazioni di aggressività nei confronti delle persone che mettono in pericolo la relazione o con altre manifestazioni comportamentali che tendono comunque a proteggerla.    
Mentre tutto ciò è abbastanza chiaro per quanto riguarda il rapporto a due, meno evidente risulta che cosa succede in un rapporto esteso come quello familiare. In realtà anche nel rapporto diadico per eccellenza (quello tra madre e figlio), un terzo elemento è sempre presente: o in una dimensione di realtà trasversale, per l’esistenza di un rapporto col padre o con altre figure familiari; oppure in una dimensione longitudinale nella relazione esistente tra la madre e la sua famiglia d’origine.    
I contenuti del legame a due vanno dunque costruendosi sulla base di altri legami relazionali, ancorchè non sempre visibili, e delle loro vicissitudini nel tempo, e definiscono le aspettative che dovrebbero trovare risposta all’interno della relazione.    
Perciò quanto più un legame significativo sopravvive sulla base di bisogni in parte insoddisfatti, tanto più esso tende a ripetersi immodificato nei confronti delle nuove figure di attaccamento.

Tratto da TEMPO E MITO IN PSICOTERAPIA FAMILIARE di Antonino Cascione
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