Definizione di emozione in psicologia

L’emozione (espressione della continua transazione tra individuo ed ambiente) non è stabile ma FLUISCE e CAMBIA così come cambiano la transazione adattiva con l’ambiente e le informazioni che su di essa sono disponibili. Costante feedback e sforzo continuo di far fronte alla situazione (TO COPE) o di regolare la risposta emozionale la persona costantemente rivaluta la sua relazione con l’ambiente con le conseguenti alterazioni nella qualità e nell’intensità della reazione emozionale Emozione come cambiamento particolare importanza rivestono le capacità di farvi fronte e di padroneggiarlo, le aspettative, le attese, i sentimenti che vi si legano. L’appraisal, come valutazione immediata nel cui ambito si costruisce immediatamente il significato positivo o negativo della situazione, è determinato sia dalla configurazione degli stimoli ambientali sia dalle caratteristiche personali (nelle quali entrano apprendimento, memoria, percezione, pensiero. Valutazione personale del SIGNIFICATO che quello stimolo assume per l’individuo le emozioni acquistano una valenza RELAZIONALE, poiché ciò che viene valutato è la RELAZIONE PERSONA-AMBIENTE. Ruolo importante svolto dai processi simbolici di pensiero e dall’apprendimento. L’attività cognitiva dell’appraisal non precede l’emozione ma è parte della sua dinamica. 

FRIJDA nella stessa ottica di Lazarus quadro esplicitamente collegato ad un soggetto intenzionale in costante transazione con il mondo sociale. Base fondamentalmente biologica dell’emozione, che, al di là del suo costruirsi come fatto esperenziale (quindi ai suoi vissuti), appare in definitiva come ciò che accomuna, in certo senso, l’essere umano all’animale. Le emozioni, però, sono anche un fenomeno squisitamente umano in senso specifico sono cioè “connesse alle norme, ai valori, alle modalità di interazione e alle potenzialità cognitive proprie dell’uomo, in particolare alla consapevolezza riflessiva e all’attività intenzionale”. E sono fenomeni che l’essere umano non si limita a subire passivamente vi fa invece fronte (è il coping di Lazarus) attraverso meccanismi di REGOLAZIONE che fanno parte dell’esperienza emotiva stessa. L’ASPETTO FUNZIONALE dell’EMOZIONE è soprattutto collegato ai modi con cui ci fa prendere consapevolezza dell’urgenza e della rilevanza di certe situazioni, dall’attivazione che viene mobilitata e, soprattutto, dall’insieme delle sue qualità che producono una vera e propria PREPARAZIONE all’AZIONE. In tutte le ottiche basate su appraisal e coping c’è un richiamo all’azione ma il rischio è quello di sovrapporre i concetti di emozione e di motivazione. Merito di Frijda è di non ignorare il problema. Egli riconosce che emozioni, desideri, motivazioni, pur non essendo sovrapponibili, non sono neppure totalmente sconnessi tra loro hanno “ruoli diversi rispetto all’azione ed agli scopi dell’azione”. La MOTIVAZIONE in senso stretto (“interesse”) dà luogo ad una PREPARAZIONE all’AZIONE che serve solo il proprio specifico programma. Le EMOZIONI nascono come risultato del controllo effettuato sugli eventi per vedere se permettono la soddisfazione di un interesse o, al contrario, se minacciano di interferire con essa. Quello che l’emozione fa è di COORDINARE queste AZIONI se si prevede di ottenere SODDISFAZIONE; oppure di RISTRUTTURARE queste AZIONI se c’è INTERFERENZA; oppure di REGOLARE lo SFORZO in corrispondenza con le opportunità di realizzare lo scopo. Il pensiero di Frijda sul tema EMOTION-COGNITION è anche il nostro, nel senso che, pur sottolineando l’impronta cognitiva sull’intera vita psichica, ribadisce che in definitiva il SENTIRE dell’emozione è il suo aspetto essenziale che la porta al di là del fatto cognitivo. “Critica” scarsa attenzione agli effetti “negativi” dell’emozione (vedi sopra). 

Molte ricerche hanno dimostrato l’influenza degli stati emotivi sull’attività mentale e sull’azione.