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L’analisi costi-benefici


In linea di principio, la valutazione non è scindibile dall’analisi delle politiche pubbliche, che rappresentano il quadro di riferimento. Il problema principale è quindi rappresentato dall’influenza che la dimensione politica deve avere nel processo di valutazione. Il metodo di valutazione “gestionale” si concentra sul recupero dell’efficienza (massimizzazione della produzione e minimizzazione dei costi), trascurando completamente la dimensione politica dell’intervento. Questa impostazione, non considerando la realtà sociale, rischia però di offrire una valutazione distorta del fenomeno, la quale deve comunque essere contestualizzata, considerando gli effetti prodotti sui soggetti interessati. Ogni politica è in effetti un tentativo di operare un cambiamento sociale, a volte dichiarato esplicitamente, altre volte non esplicitato . Pertanto in una visione sistemica, la valutazione di un investimento pubblico non può non considerare la dimensione politica, in quanto spesso le scelte originano da giudizi di valore sulle priorità percepite e sono un potente strumento di redistribuzione della ricchezza, capace di mutare gli equilibri sociali in atto.
Il principale metodo di valutazione che consente di coniugare l’aspetto gestionale con quello sociale è l’analisi costi-benefici, o le sue varianti più note dell’analisi costi-efficacia e costi-utilità. Questi metodi, rispetto a quelli economico-finanziari utilizzati dalle imprese, consentono di considerare non solo l’aspetto economico, ma anche i costi e i benefici sociali che si producono per la collettività nel suo complesso.
L’analisi costi-benefici è una metodologia che consente di verificare la validità di un progetto attraverso un’analisi empirica tesa a ponderare i vantaggi e gli svantaggi, valutando se l’allocazione delle risorse è efficiente e se una sua modifica genera un aumento del benessere sociale.
Una misura appropriata dell’intensità delle preferenze delle persone è rappresentata dalla “disponibilità a pagare”, attraverso la quale è possibile tradurre in valore monetario tutti gli effetti dell’intervento pubblico. Pertanto, le diverse alternative risultano ordinabili e la decisione migliore sarà quella che rende massimo il differenziale tra benefici e costi. 
L’approccio normativo all’analisi costi-benefici non consente, però, di considerare l’equità del modello sociale. Infatti, l’adozione di una decisione discende dal semplice differenziale positivo tra benefici e costi e non considera né il n° di coloro che migliorano la propria posizione né quello di coloro che la peggiorano. La semplice efficienza allocativa quindi dovrebbe essere coniugata con altri obiettivi dell’azione pubblica (quali ad es. la salvaguardia dell’ambiente, la piena occupazione, la stabilità dei prezzi, il soddisfacimento di bisogni meritevoli, etc). In questa prospettiva l’analisi costi-benefici deve considerare anche l’impatto sociale delle decisioni, pertanto occorre definire una funzione di benessere che consideri i rapporti di trade off tra miglioramento di alcune posizioni e peggioramento di altre e consenta di quantificare il sacrificio di un obiettivo che risulta necessario al conseguimento di un altro.
Analisi dei costi-benefici* di un progetto (laddove possibile farla). Si compie attraverso 2 momenti:
studio di pre-fattibilità: studio preliminare (se è il caso o meno di avviare un progetto); valutazione interdisciplinare del progetto.
studio di fattibilità. Vedere implicazioni di tipi economico, normativo (vincoli entro i quali mi devo muovere), istituzionali, in base agli obiettivi da raggiungere. La valutazione richiede l’enucleazione dei costi e dei ricavi direttamente afferenti al progetto e la contemporanea individuazione degli effetti sociali. Questi di solito non sono espressi in termini monetari e devono essere tradotti in costi e benefici: rappresentano dei costi se comportano un sacrificio per la collettività e dei benefici nel caso opposto.
*Benefici e non ricavi, perché il mio obiettivo primario è di valutare la valenza sociale del progetto (obbedire a una curva di benessere sociale)

Il processo di analisi, può essere scomposto nelle seguenti fasi:
1) identificazione del/i progetto/i da analizzare
2) determinazione degli effetti diretti e indiretti connessi al progetto
3) valutazione degli effetti attraverso la traduzione in termini monetari.
Analisi quantitativa: Per poter arrivare a fare un’analisi costi-benefici, l’aspetto più difficile dell’analisi è trasformare tutte le variabili del progetto in parametri (valori) monetari. E’ un’operazione difficile che implica discrezionalità nelle valutazioni ma è necessaria per avere una misura sintetica
4) calcolo del beneficio netto
BN = Ricavi + Beneficio Sociale – Costi Diretti e Indiretti  Sociali
BN = R + B – CD – CI
Il beneficio totale netto è positivo quando i miglioramenti diretti e indiretti superano i sacrifici; il valutatore quindi dovrebbe accettare solo investimenti con beneficio netto positivo e nel caso di una pluralità di investimenti dovrebbe privilegiare quelli con beneficio netto maggiore.
5) assunzione della decisione
L’analisi costi-benefici è l’analisi più corretta ma è molto costosa. Solitamente si conducono analisi alternative (più limitate), che focalizzano la ricerca solo su determinati aspetti specifici di un determinato progetto (quali l’efficacia e l’utilità):
- ANALISI COSTI-BENEFICI, -> conversione dei risultati in unità monetarie
- ANALISI COSTI-EFFICACIA, con uso di indicatori (di tipo statistico) calcolabili in maniera oggettiva (es: n° di passeggeri trasportati). E’ solitamente utilizzata quando i costi o i benefici dei vari progetti sono uguali oppure l’investimento è fisso, per cui l’attenzione viene concentrata sull’efficacia. Quest’analisi utilizza una serie di indicatori attraverso i quali viene verificato il grado di raggiungimento degli obiettivi e gli effetti del programma.
- ANALISI COSTI-UTILITA’, con uso di indicatori costruiti su basi soggettive. E’ utilizzata quando si vuole tenere conto, in modo esplicito, delle preferenze della collettività, le quali vengono rappresentate attraverso specifiche funzioni econometriche.

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