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Il Gianismo

I gianisti, 5 milioni circa, sono concentrati soprattutto nell’India nord occidentale. E’ una religione molto antica che affonda le proprie radici nella tradizione induista, dalla quale si distinse in seguito ad un movimento riformista. I grandi maestri riconosciuti dalla religione giainista sono ventiquattro, l’ultimo dei quali visse più o meno contemporaneamente a Buddha. Come gli induisti ed i buddisti i giainisti credono nella reincarnazione e nel ciclo delle rinascite, come nella liberazione dal proprio karma per raggiungere lo stato di quiete eterna. Il giainista è tenuto ad osservare cinque voti: rispettare ogni forma di vita, dire la verità, non rubare, essere monogamico se laico o casto se monaco, non acquisire più di ciò che è necessario per sopravvivere giornalmente. Il principio dell’etica giainista è legato profondamente al karma: quando si infliggono danni ad un’altra creatura, anche involontariamente, si accumulano negatività che si ripercuoteranno sulle esistenze successive. Secondo la tradizione, vi sono otto milioni e mezzo di anime nell’universo tra animali, vegetali e particelle minerali. Perciò i giainisti sono vegetariani, devono solo acqua già usata per cucinare (in modo che la responsabilità dell’uccisione dei micro organismi ricada su di loro), camminano a piedi nudi e talvolta spazzano la terra di fronte a loro per non calpestare inavvertitamente un insetto. Il giainismo ha molti punti in comune con l’induismo di cui però rifiuta alcune concezioni, come ad esempio la divisione della società in caste. 

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Filippo Amelotti
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