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Come si misura l’integrazione verticale

C’è un metodo molto semplice che calcola il rapporto tra valore aggiunto e fatturato. Il grado di integrazione aumenta, se aumenta il rapporto tra valore aggiunto (prodotto lordo) e fatturato dell’impresa (prodotto netto). Se un’impresa si integra acquistando il controllo di un’impresa che fornisce un componente, il valore aggiunto delle due imprese combinate aumenta in rapporto al fatturato.
C’è un inconveniente di tipo statistico: ad ogni dato incremento del valore aggiunto, il rapporto diminuisce man mano che ci avviciniamo alle fasi a valle, perché aumenta la dimensione del fatturato. Quindi le imprese integrate a valle risulteranno meno integrate verticalmente delle imprese integrate a monte.
Il risparmio di costo conseguibile attraverso l’integrazione verticale può emergere, derivare o da un effettivo risparmio di risorse connesso a maggiore efficienza, conseguente quindi all’integrazione, oppure può derivare da prezzi d’acquisto più bassi relativi a maggior potere di mercato (spostamento di risorse), o da un mix di entrambe le cose.
I risparmi realizzati talvolta vengono trasferiti ai consumatori, oppure vengono incamerati dall’impresa e quindi si traducono in profitti più alti, o in un mix dei due. Se l’effetto è costi più bassi, il consumatore finale potrebbe avere dei vantaggi.
Quindi un’impresa si integra sia per migliorare l’efficienza, sia per aumentare il potere di mercato. Queste sono le MOTIVAZIONI CHE SPINGONO UN’IMPRESA A INTEGRARSI.
Se studiamo i sistemi industriali, si può notare l’enorme varietà che esiste nel tempo, tra settori e all’interno dei settori all’interno dell’integrazione verticale. In un settore le forze che spingono in una certa direzione dovrebbero essere le stesse, ma nonostante questo a seconda delle opportunità di mercato alcune imprese si integrano e altre si disintegrano. Quindi gli economisti hanno individuato sia le forze che spingono all’integrazione che le forze che spingono alla disintegrazione.

Tratto da ECONOMIA INDUSTRIALE di Valentina Minerva
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