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Il ruolo di genere e lo sviluppo sessuale nella sindrome di Turner

In uno studio del 1970, su 73 turneriane, emerge che la loro immagine psicosessuale è completamente femminile e non ambigua; non c’è tendenza all’omosessualità e il modo di vestire, oltre agli atteggiamenti, è femminile.
Le difficoltà con l’identificazione sessuale emergono con la crescita, proporzionalmente con la consapevolezza del proprio handicap nel confronto con i pari.
Per questa ragione è importante prestare attenzione agli aspetti psicologici, soprattutto nella comunicazione della diagnosi e all’inizio della terapia sostitutiva con estrogeni, per evitare o ridurre i problemi psicologici correlati.
La valutazione della sfera sessuale dei soggetti per mezzo di un questionario indica un più basso desiderio sessuale, una ridotta capacità di orgasmo e una più debole attività sessuale nei gruppi patologici ad esclusione però dei 24 soggetti che hanno una relazione di coppia stabile, che non differiscono dal gruppo di controllo.
In una ricerca di Morabito e Guzzaloni (1998) emerge che:
* Solo il 5,3% sono sposate;
* Il 18% ha relazioni stabili;
* Il 40% non ha mai avuto relazioni affettive o occasionali.
Ciò può essere spiegato da diversi fattori:
* Mancanza di adeguate informazioni sulla sindrome di Turner;
* Atteggiamento iper-protettivo dei familiari;
* Disagio conseguente alla consapevolezza della mancanza dello sviluppo sessuale, delle mestruazioni e della fertilità.
L’integrazione socio-affettiva e lavorativa delle ragazze con sindrome di Turner è molto variabile tra soggetto e soggetto, ma di solito si colloca ad un livello molto carente e limitato.
La situazione quasi costante è quella di una ridottissima autonomia sociale e professionale.
Anche per le ragazze con sindrome di Turner, la pubertà rappresenta l’insorgenza delle prime curiosità sessuali: senza una corretta preparazione, esse cominceranno a chiedersi per quali ragioni “certi sviluppi” in loro non avvengano.
In ogni caso il fattore più disturbante per le pazienti sembra essere la bassa statura, mentre l’identificazione con il proprio sesso non sembra essere una problematica specifica.
Quando si parla loro del mancato sviluppo delle ovaie e delle scarse possibilità di concepimento, è di grande importanza spiegare loro che questa alterazione biologica, così come la necessità di un trattamento ormonale per avere soddisfacenti caratteri sessuali secondari, non indica alcuna deficienza nel campo della libido sessuale, nella potenza e nella capacità di amare.

Tratto da CLINICA PSICOLOGICA IN SINDROMI RARE di Beatrice Segalini
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