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Il primo impero babilonese

Il primo impero babilonese (2017 circa - 1595 circa)

Gli Amorrei, che dopo la caduta di Ur erano rimasti padroni della Mesopotamia non seppero organizzare un impero ma conquistarono il potere in diverse città e assimilarono l’elevata cultura neosumerica; i nomi dei primi re babilonesi infatti tradiscono chiaramente un’origine amorrea. Dopo la caduta dell’Impero neosumerico, infatti, le varie città non più assoggettate ad Ur, iniziarono a combattersi per l’egemonia. Per molto tempo l’intera regione fu un fermento di imperi e regni, che nascevano e morivano in tempi brevi, lasciando dietro di sé solo il segno delle fugaci conquiste e dei travagli dovuti alle troppe e continue guerre. Fra questi effimeri imperi c’era anche quello fondato nel 1894, presso la città di Babilonia, da Sumuabum, il re che ne eresse le mura e che ne iniziò l’espansione. Probabilmente anche l’impero di Sumuabum sarebbe stato destinato a soccombere prima o dopo, ma la fortuna lo salvaguardò fino al 1792 quando Hammurabi, ne divenne il re.
Fino a questa data l’Impero babilonese era rimasto una piccola entità forte nella Babilonia centrale, con Hammurabi esso so trasformò velocemente nella potenze egemone della Babilonia arrivando ben presto ad occupare anche l’intera Assiria. Nel momento della sua massima espansione -che fu negli ultimi anni del regno di Hammurabi- l’Impero babilonese occupava l’intera Mesopotamia, dal Golfo persico ai confini meridionali dell’odierna Turchia, spingendosi fino alle coste mediterranee della Siria. Questo successo fu dovuto secondo le fonti alle grandi doti personali di Hammurabi, che si dedicò all’amministrazione del suo impero con grandissimo impegno e capacità fuori dall’ordinario, e che fu venerato nei secoli successivi quale sovrano leggendario, assieme a Sargon e Naramsin. Babilonia divenne il centro politico e culturale della Mesopotamia; il suo dio protettore, Marduk, cominciò ad essere adorato in tutta la regione. 
Ma la forza centralizzatrice di Babilonia fu messa sotto pressione già subito dopo la morte del grande sovrano; il suo successore Samsuiluna (1749-1712) dovette affrontare diversi problemi: in primis un tentativo di invasione da parte dei cassiti, una bellicosa popolazione proveniente dalle montagne orientali, che successivamente sarebbe riuscita a stabilirsi in Mesopotamia; secondariamente le rivolte delle città meridionali che unendosi in leghe tentarono, fallendo, di porre fine al dominio di Babilonia; e infine l’affermarsi di un’entità autonoma presso le foci dei due fiumi chiamata Paese del mare. 
Anche il successore di Samsuiluna, Abieshukh (1711-1684), dovette continuamente reggere le armi per difendere l’integrità dell’impero, che però cominciava già a perdere alcuni dei suoi territori. Gli ultimi tempi dell’Impero babilonese sono pressoché avvolti dall’oblio, quel che è certo è che furono principalmente i cassiti -che avevano costituito un regno nella Babilonia meridionale- e i re del Paese del mare, a determinarne l’inevitabile crollo, che avvenne poco dopo il 1600 a.C. ad opera però di un incursione (peraltro senza seguito) da parte del re ittita Samsuditana. Gli ittiti avevano infatti dato vita ad un vasto e potente impero centrato pressappoco dove oggi sorge Ankara, la capitale della Turchia. Ma di questo grande impero parleremo nel prossimo capitolo.

Tratto da STORIA DEL VICINO ORIENTE ANTICO di Lorenzo Possamai
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