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I rischi delle pratiche di governance

La tesi qui sostenuta è che: nel governo delle aree e dei sistemi economico-sociali deve progressivamente sostituirsi alla logica istituzionale tradizionale, un modello contrattuale. 
La prima pone grande enfasi sulla definizione a priori del disegno complessivo, sull'equilibrio tra livelli concorrenti di potere, sul policy making e tende ad essere PA centrica.
La seconda ha un approccio più orientato al metodo e al processo, si concentra sulle fasi attuative, pone enfasi sulla responsabilità, promuove forme di partnership. E' ancora un terreno di sperimentazione, ma può aprire la strada a pratiche di governance, evitandone alcune derive:

- il rischio autoritario: accentramento del potere in qualche istituzione sovraordinata
- il rischio della pianificazione esasperata
- il rischio del grande progetto (cercare approvazione su un disegno di sviluppo onnicomprensivo)
- il rischio tecnocratico (l'idea che un sistema articolato di scelte possa essere in se garanzia di unitarietà e coesione dei comportamenti dei  vari attori)
Contrastare tali rischi significa accettare un modello flessibile di governance, definito a geometria variabile, perchè accetta un grado significativo di varietà e variabilità.

Tratto da MANAGEMENT PUBBLICO di Giulia Dakli
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