Skip to content

L'immagine semi soggettiva - Mitry -




È più corretto, piuttosto che attribuire valore prenominale ad alcune figure, riconoscere nel cinema l’esistenza di un continuum bipolare tra persona e non persona , enunciazione enunciata ed enunciato enunciato, all’interno del quale gli attori si situano attraverso scarti relativi più che assoluti, mantenendo la possibilità di fluttuare da un polo all’altro. È preferibile riferire tale bipolarismo all’opposizione oggettivo/soggettivo, coerentemente con tutta una tradizione di studi di teoria del cinema; così l’immagine cinematografica si costituirà come punto mobile tra due valori estremi: esiste una deissi spaziale, temporale e attoriale in rapporto di presupposizione con l’immagine, ma tale deissi rimanda solo in maniera indiretta e mediata dall’immagine ad una soggettiva. In rapporto a tale discorso si vede bene il valore euristico di alcuni concetti sviluppati in ambito di teoria del cinema:
Mitry notava l’importanza di una delle funzioni della complementarità campo/controcampo, qualora coincida con l’altra complementarità guardante/guardato. Ma non si può nemmeno dire che la prima immagine sia oggettiva e la seconda soggettiva; poiché quanto è visto nella prima immagine, è gia qualcosa di soggettivo che viene dal guardante, e nella seconda immagine il guardato può essere presentato per sé quanto per il personaggio. Può prodursi una contrazione estrema del campo/controcampo, come in Eldorado di L’Herbier, in cui la donna distratta che vede sfocata è vista essa stessa sfocata; di conseguenza, se l’immagine percezione cinematografica non cessa di passare dal soggettivo all’oggettivo e inversamente, non bisognerebbe piuttosto cercarle uno statuto specifico diffuso, flessibile, che possa restare impercettibile, ma che si riveli talvolta in casi stupefacenti? Mitry proponeva la nozione di immagine semi soggettiva generalizzata per designare questo essere insieme della m.d.p.: non si confonde con il personaggio, non è nemmeno più al di fuori, è con lui.
Pasolini nella sua tesi importantissima afferma che l’immagine percezione troverebbe uno statuto particolare nella soggettiva libera indiretta che sarebbe come una riflessione dell’immagine in una coscienza di sé cinepresa. Non ha alcuna importanza allora sapere se l’immagine è soggettiva o oggettiva: essa è semisoggettiva.

Tratto da SEMIOTICA DEI MEDIA di Nicola Giuseppe Scelsi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.