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LO SCHIZOFRENICO E LA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI PSICHIATRICI


Dopo la chiusura delle istituzioni totali con la schizofrenia ci furono diversi tentativi di intervento terapeutico a orientamento relazionale: pratica degli interventi contro paradossali e le ricerche di Brown.
Gli interventi contro paradossali  avevano origine da Bateson sul duble bind: tentativo di creare un duble bind terapeutico a partire dalla prescrizione del sintomo a quella definita come “famiglia a transizione schizofrenica”, ovvero la schizofrenia era osservata come un disordine familiare o un gioco psicotico familiare.
Il limite principale a riguardo di questi interventi è il familismo , ovvero l’idea che la sintomatologia schizofrenica avesse le sue basi nelle dinamiche familiari e che l’intervento familiare fosse sufficiente in sé. in Italia, per un lungo periodo, c’è stato un parallelismo tra :

La psichiatria ufficiale: si interessava solo di interventi farmacologici
La terapia familiare: interpretava la sintomatologia schizofrenica in chiave familiare, facendo interventi basati sulla presenza della famiglia
L’antipsichiatria: si occupava della dimensione sociale della schizofrenia.

Dalle ricerche sulle emozioni espresse svolte a Londra emersero interventi familiare, ovvero si cercava di educare la famiglia a modificare le proprie espressioni emotive in modo da ridurre le recidive schizofreniche del paziente.
L’approccio di Milano, considerando la schizofrenia un elemento del disordine familiare, considerò l’approccio di Londra ma si accettava l’idea di schizofrenia come malattia biologica però con una componente relazionale importante.

Tratto da LO SCHIZOFRENICO DELLA FAMIGLIA di Carla Callioni
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