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Funzioni delle reti sociali

Una funzione svolta dalle reti è relativa al sostegno sociale assicurato sotto forma di aiuto emotivo, strumentale, informativo o valutativo. 
Inoltre le reti svolgono anche una funzione nell’aiutare il soggetto a superare o ad accettare situazioni di infermità o di difficoltà psicosociale. 
ALAMEDA Tra gli studi che si sono interessati al rapporto tra reti e supporto sociale, particolarmente interessante è una ricerca svolta nella Contea di Alameda in California la quale ha evidenziato come il ruolo svolto dalla rete sociale non solo abbia delle generiche correlazioni con lo stato di salute delle persone, ma possa addirittura essere un elemento correlabile all’aspettativa di vita (frequenza di morte da tre a cinque volte superiore in individui con scarsi legami). 
Vari studi mostrano come l’isolamento sociale ed un’esile rete di legami siano in generale concomitanti con una salute scarsa. Il possedere sistemi di supporto informale scarsi e/o inappropriati rende le persone assai più vulnerabili allo stress ed a disturbi di ordine fisico e psichico. Importante ruolo giocato dal supporto sociale nel modificare gli effetti deleteri dello stress sulla salute e nell’agevolare la migliore utilizzazione dei servizi socio-sanitari e delle 

indicazioni mediche. Le reti sociali di persone con problematiche di tipo psichiatrico sono di dimensioni ridotte e presentano poche connessioni supportive indipendentemente da altre variabili in gioco quali, ad esempio, la classe sociale o la diversità dei contesti culturali. 
PAOLA DI NICOLA propone quattro modelli di interpretazione causale: 
1. Un primo modello stabilisce un nesso causale tra la malattia e le reti sociali Le persone con problemi di salute, sia fisica sia psichica, riducono necessariamente i rapporti sociali, per cui il fatto che abbiano reti di scarso sostegno altro non è che il riflesso di un basso livello di salute. Modello applicabile a persone portatrici di handicap, pazienti affetti da gravi patologie che inibisco una vita normale e malati mentali cronici che hanno sperimentato lunghi periodi di degenza non è però applicabile a casi ove la malattia si presenti improvvisamente senza determinare effetti invalidanti significativi. 
2. Il secondo modello assume le reti di sostegno come variabili indipendenti formulando l’ipotesi che le reti medino una serie di comportamenti legati alla salute ed alla gestione della malattia (compreso il ricorso e l’uso adeguato del sistema medico), di pratiche a volte preventive, che determinano livelli più o meno alti di esposizione al rischio di contrarre alcune malattie e gradi più o meno elevati di capacità di curare la malattia. 
3. Un terzo modello stabilisce una correlazione precisa tra reti di sostegno e salute del soggetto attraverso la funzione primaria di rafforzamento dell’identità e della sicurezza individuale svolta dalle reti. 
4. Un quarto modello ipotizza, invece, la vulnerabilità alla malattia in relazione al non ricevere, da parte dei soggetti, adeguati feedback dall’ambiente quale, ad esempio, la conferma della validità delle loro azioni. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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