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La comunicazione di massa


I processi comunicativi, che raggiungono allo stesso tempo un grande numero di individui che si trovano in località diverse e distanti tra loro, vengono chiamati processi di "comunicazione di massa", che si sviluppano in seguito allo sviluppo della stampa (libri e giornali), poi, in ordine cronologico, del cinema, della radio, della televisione e dei media telematici. Tutte queste diverse tecnologie hanno raggiunto una diffusione "di massa" nelle società contemporanea a partire dalla metà del XIX secolo. Alcune di queste, come la stampa, già esistevano, ma erano limitate a pubblici d'elite. Si cominciarono a stampare i primi libri intorno alla metà del XV secolo quando le tecniche di stampa sviluppate da Gutenberg si diffusero rapidamente nei principali centri urbani europei, anche se erano già utilizzate in alcuni posti già dal VII o VIII secolo.
Tuttavia, coloro che sapevano leggere erano una minoranza e dal pubblico dei lettori potenziali erano esclusi interi settori della società, come le donne, i bambini, e in generale i ceti popolari che rappresentavano la grande maggioranza della popolazione. I giornali e i settimanali cominciarono ad apparire nella prima metà del XVII secolo rivolti ad un pubblico borghese urbano, contribuendo alla nascita della "sfera pubblica", ossia ad un'area di dibattito e di scambio di idee e stimolo alla formazione di un pubblico di privati cittadini interessato a controllare ed influenzare la gestione di interessi pubblici ad opera del sistema politico. Furono il cinema, apparso alla fine del XIX secolo e, dagli anni 30 del 900, la radio e la televisione a caratterizzarsi sin dall'inizio come mezzi di trasmissione culturale rivolti alle masse urbane con funzioni molto diverse, da quella di intrattenimento popolare a quella informativa fino alla funzione di propaganda e di mobilitazione politica. Il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa è divenuto ormai talmente importante nella vita quotidiana delle società moderne che sarebbe difficile immaginare che cosa sarebbe vivere in un mondo senza quotidiani e libri, senza radio e televisione e senza gli altri media, attraverso cui siamo sottoposti ad un flusso continuo di informazioni, di immagini, di idee e di modelli culturali.
La comunicazione di massa coinvolge dunque molti aspetti dei processi di produzione e di trasmissione culturale.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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