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Definizione di schemi ambientali

SCHEMI AMBIENTALI Le conoscenze ambientali possono essere analizzate anche sotto forma di schemi, ricordando che essi hanno il duplice scopo di permettere un’organizzazione dei dati dell’esperienza in modo funzionale e nello stesso tempo di servire come guida per l’esperienza futura. Nel caso specifico degli SCHEMI AMBIENTALI ci si riferisce, ovviamente, alle rappresentazioni astratte, organizzate gerarchicamente, che hanno per oggetto il contesto fisico-sociale che ci circonda. Essi variano rispetto al grado di complessità concettuale ed alla specificità, e la loro organizzazione si basa su una struttura spaziale e/o temporale, in cui la connessione tra gli elementi è data dal loro rapporto di contiguità e dalle loro relazioni. Gli schemi ambientali si formano a partire dall’esperienza, seguendo un processo di generalizzazione e discriminazione che implica una relazione dinamica tra la conoscenza degli ambienti e la formazione o la modificazione degli schemi in cui essa è organizzata. Infatti, quando entriamo in contatto con un ambiente nuovo, vengono attivate una serie di aspettative, formate sulla base delle precedenti esperienze, che consentono di riconoscere gli aspetti di quell’ambiente come tipici di una particolare categoria di ambienti che già conosciamo, consentendoci di definire il nuovo stimolo. Lo schema può essere rivisto, ampliato e modificato in base alle informazioni apportate dal nuovo stimolo. Negli schemi ambientali si trovano INFORMAZIONI di tipo COGNITIVO (tipo d’ambiente –interno/esterno pubblico/privato– contenuti dell’ambiente –pareti, porta, illuminazione-) INFORMAZIONI di tipo COMPORTAMENTALE relative alla FUNZIONE degli AMBIENTI. 
Tutto ciò può essere espresso in parte attraverso il ben noto concetto di SCRIPT messo a punto da SCHANK e ABELSON schema che collega tra loro, in modo causale o temporale, eventi appropriati a contesti specifici della condotta sociale, di specifiche situazioni solitamente legate a determinati ambienti. 
Gli sviluppi più recenti della teoria degli schemi mostrano che essi nell’ambito sociale si caricano di valenze emozionali dovute anche all’implicita valutazione che un soggetto inserito nelle attività pratiche dell’esistenza è condotto quasi costantemente a fare non solo su relazioni, persone ed eventi, ma anche sull’ambiente. Le valenze emozionali hanno un forte ruolo nell’attaccamento all’ambiente e negli stress ambientali. 
Gli approcci recenti, al di là dei differenti interessi da cui muovono, tendono ad articolare essenzialmente tre ordini di fattori le CARATTERISTICHE dell’AMBIENTE; le AZIONI ed i COMPORTAMENTI che vi sì SVOLGONO; le RAPPRESENTAZIONI e VALUTAZIONI di TALI COMPORTAMENTI dell’AMBIENTE STESSO. Il concetto di LUOGO utilizzato da alcuni ricercatori dell’area, vuole esprimere l’idea di un’UNITÀ AMBIENTALE costituita insieme da aspetti percettivo-cognitivi ed aspetti socio-fisici modulati dall’attività che si svolge in un ambiente specifico. 
STOKOLS e SHUMAKER sottolineano l’aspetto dei significati condivisi del luogo che colgono l’articolazione tra gli aspetti sociali e quelli individuali e le interconnessioni tra le modalità cognitive e quelle affettive nella costruzione della rappresentazione. 
PROSHANSKY IDENTITÀ di LUOGO Senso di appartenenza che lega le persone ai luoghi e rilevanza che i luoghi assumono nella soddisfazione dei bisogni biologici, psicologici, sociali e culturali delle persone i luoghi costituirebbero un riferimento significativo nei processi di definizione identitaria. 
ATTACCAMENTO al LUOGO sottolinea gli aspetti emotivi della relazione fra la persona e l’ambiente parallelo con l’attaccamento che unisce il bambino alla persona che si prende cura di lui. L’investimento emozionale sui luoghi favorirebbe un’identificazione con essi, promovendo il coinvolgimento politico e sociale, l’attivazione delle risorse e la partecipazione. Tutto ciò diviene importante soprattutto quando l’attaccamento alle case, al quartiere, al vicinato è messo in crisi dai cambiamenti forzati di residenza. (Studio di Fried) 
STRESS AMBIENTALE Chi vive nell'urbano è sottoposto in modo continuativo a molteplici STRESSOR (rumori, inquinamento, traffico ecc.). Un’esposizione prolungata allo stress ambientale può provocare disturbi di vario genere FISIOLOGICI (respiratori, cardiocircolatori ecc.), COGNITIVI (incapacità di concentrazione, deficit mnemonici), AFFETTIVI (stati di tensione  
e nervosismo, legati ad un ripiegamento su se stessi che ha delle importanti conseguenze anche dal punto di vista RELAZIONALE aumenta l’aggressività e si riduce la propensione a mettere in atto comportamenti prosociali e di scambio interpersonale) Intimamente legato agli stress urbani è il problema della SICUREZZA URBANA, legata non solo a dati oggettivi ma anche ad un SENTIMENTO di INSICUREZZA al quale partecipano fattori ambientale e fattori remoti collegati a valutazioni e rappresentazioni di sé e del sociale complesse. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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